Claudio Ranieri si prepara a ripartire con la Roma. Altro giro, altra corsa. Sir Claudio è stato richiamato a Trigoria per la sua terza volta in carriera col compito preciso di riportare ordine in un ambiente completamente stravolto da un inizio di stagione che nessuno si aspettava. E adesso tocca a lui metterci – come si suol dire – una pezza.
Domenica ci sarà il debutto in campionato: un battesimo di fuoco, al Maradona contro il Napoli. Dopodiché non andrà meglio nei due impegni successivi considerando la sfida in Europa contro il Tottenham e poi quella di nuovo in Serie A con l’Atalanta. Un trittico davvero impegnativo dal quale Ranieri dovrà riuscire a tirare fuori il meglio dalla squadra.
Poco fa il tecnico romano ha parlato in conferenza stampa. Sir Claudio ha ringraziato innanzitutto “i tifosi per la fiducia che gli stanno mostrando”. Ma a chi gli chiede se si sente un “mago alla Harry Potter (considerando anche gli occhiali)” risponde piuttosto che in questo momento c’è bisogno soltanto di “normalità per risolvere i problemi”. Ovviamente sa il peso che ricadrà su di lui: “La pressione l’ho sempre avuta e come sempre l’accetto anche stavolta“.
La strada passa dal “recupero di tutti, nessuno escluso”. Parola d’ordine: recuperare l’entusiasmo perduto. C’è spazio anche per i singoli. Pellegrini, di cui Ranieri è sicuro “della reazione dinanzi alle avversità“. Di Dybala, definito “positivo e propositivo” ma del quale bisognerà capire l’origine dei suoi problemi. Quindi un passaggio anche sul Napoli: “Sarà una gara difficile per noi, ma lo sarà anche per loro“. La missione impossibile di Sir Claudio è appena iniziata.
“Bilancio? Mi è difficile parlare della mentalità della squadra. Quando cominci a perdere, entri in una spirale negativa. A contare poi sono le partite perché fare risultati in sequenza permette di riavere autostima e fiducia. La qualità c’è. Questa è una buona squadra”
“Juric ha trovato uno spogliatoio triste? Immaginate io (ride, ndr). Ho parlato proprio per questo di cercare il bambino dentro di loro: se io faccio ancora questo mestiere è perché il mio sogno è ancora vivo. Facciamo il lavoro più bello del mondo e siamo pagati per farlo. Abbiamo tutti la possibilità di rialzarci”