Proprietari e padroni, convinti di poter fare e disfare da un momento all’altro. A proprio piacimento. Ma il calcio non è un’azienda qualunque. Quantomeno non in Italia. Questo però gli americani, non tutti fortunatamente, non riescono proprio a capirlo. Prendete quanto successo ieri al Genoa. Un’autentica follia. Esonerare Gilardino, nonostante il percorso che a fatica l’ex viola stava facendo dopo che in estate gli avevano smantellato la squadra, è stata una mossa incomprensibile. E infatti i tifosi rossoblù non l’hanno capita e ora sono sul piede di guerra.
Uno scenario che ricorda clamorosamente quanto accaduto poche settimane fa a Roma: Daniele De Rossi, silurato dopo appena quattro giornate di campionato mentre preparava il campo per l’allenamento in un mercoledì qualunque di metà settembre. Peraltro proprio dopo la partita contro il Genoa che gli uomini di Gilardino avevano riacciuffato all’ultimo respiro. Per uno strano scherzo del destino allora, adesso è toccato al ‘Gila’ pagare il conto, salatissimo per lui, degli errori commessi da altri.
Anche i muri infatti sapevano che l’allenatore del Genoa non era certo responsabile dell’avvio complicato della squadra. In un sol colpo, nonostante le promesse societarie, Gilardino ha perso i pilastri della sua rosa che lui stesso aveva valorizzato: Retegui, Gudmunsson, Martinez, ceduti in estate e non sostituiti. Poi ci si sono messi pure gli infortuni. Nonostante questo l’allenatore non si è perso d’animo e al netto di qualche comprensibile passaggio a vuoto la squadra, udite udite, oggi sarebbe salva.
E invece ecco arrivare improvvisamente il ben servito. Gli americani, non tutti ripetiamo, sono così. Tanti saluti e arrivederci. Nel caso del Genoa poi, così come per quanto accaduto con la Roma, sono le tempistiche ad essere state completamente illogiche: la squadra ha disputato la sua ultima partita il 7 novembre mentre l’esonero è arrivato soltanto ieri, quasi due settimane dopo nonostante la sosta di mezzo. E per di più quando i punti, comunque, stavano arrivando. Ma che ci vogliamo fare? E’ l’American Style, baby. Il calcio però è un’altra cosa.