Il nostro campionato negli ultimi anni è tornato alla ribalta anche al livello europeo. La riprova sono le cinque squadre piazzate nella nuova Champions League al termine della scorsa stagione e le complessive otto formazioni considerando anche gli altri tornei (EL e Conference). Soltanto la Nazionale non sta seguendo il percorso di crescita parallelo anche se gli ultimi risultati – Francia a parte – possono ritenersi incoraggianti.
Non solo. La Serie A mette in mostra e valorizza campioni di livello assoluto: lo dimostrano le cifre faraoniche spese in estate ad esempio da Arsenal e Manchester United per accaparrarsi le prestazioni di due delle principali rivelazioni dell’anno passato, Calafiori e Zirkzee. Ma il nostro campionato non è solo una rampa di lancio, anzi. Tantissimi i top players che, al contrario, o sono arrivati in Italia (come l’ultimo capocannoniere della Liga Dovbyk) o comunque hanno deciso di restare (Dybala e Leao, per fare due esempi). Insomma, il nostro calcio si conferma ai vertici al livello globale.
In queste ore però è arrivata una pessima notizia che sicuramente non avrà fatto piacere alle società del nostro campionato. Sì perché se da un lato come visto sotto il profilo squisitamente sportivo – anche per via di alcune gestioni eccellenti che hanno saputo coniugare esigenze di bilancio e risultati (Atalanta in testa) – il nostro Paese sta raggiungendo traguardi importanti, dall’altro è evidente come altri campionati continuino ad essere più ricchi del nostro.
La Premier in primo luogo. Ciò comporta chiaramente un problema al livello di competitività. Tanto per gli ingaggi quanto per la possibilità di arrivare a prendere i calciatori più forti avendo maggiori margini di spesa. Al netto delle regole UEFA. Ecco perché la Serie A è alla continua ricerca di nuovi investitori per far crescere il movimento: parte di essi potrebbe arrivare dai diritti tv e invece le notizie che arrivano sono tutt’altro che incoraggianti.
I numeri sono stati messi nero su bianco. La pirateria nel calcio ‘brucia’ risorse per circa 300 milioni di euro che, secondo Luigi De Siervo, AD della Serie A, “potrebbero essere impiegati dai club per fare acquisti”. Di fatto è come se ogni anno venisse posto un “tetto” alle compravendite di giocatori.
Nel corso di un convegno sulla lotta alla trasmissione illegale di contenuti sportivi è stato quindi ribadito di come il danno per il sistema sia enorme. Anche in termini di occupazione. L’impegno delle forze dell’ordine è costante. Ma non basta. “Abbiamo fissato che con un certo fatturato le somme ulteriori andranno ai club“, ha detto Righetti di DAZN (i cui numeri quest’anno preoccupano e non poco). Così, “tanti più clienti diventeranno legali, tanto più noi potremmo dare contributi al calcio”.