La Nazionale di Spalletti sembrava aver imboccato la strada giusta dopo l’euro fallimento di giugno. La Nations League sembrava averci restituito un’Italia brillante, sicura di sé, finalmente vincente. E invece ieri sera, puntuale, ecco arrivare la doccia fredda. Sì perché con la Francia avremmo anche potuto perdere ma i tre gol subiti, invece, ci hanno fatto perdere il primato nel girone a beneficio dei nostri rivali storici.
Deschamps supera Spalletti al fotofinish dunque. Una vera e propria beffa considerando come si erano messe le cose. Sul più bello però, qualcosa nei meccanismi degli azzurri si è inceppato, riportando a galla mancanze che speravamo di non veder più – come i gol presi da calcio piazzato che iniziano ad essere una preoccupante costante – ma che evidentemente non erano ancora state superate del tutto. Insomma, quella che era la “vecchia” Italia è ritornata con prepotenza alla ribalta.
Morale della favola: chiudiamo al secondo posto. Spalletti lo ha subito detto: “Pensavamo di poterla gestire”, ma così non è stato. Pronti-via e i francesi mettono a segno un uno-due micidiale che fa risprofondare gli azzurri nelle notti peggiori della sua storia. Come le ultime vissute poco prima dell’estate. Complice un Vicario in giornata decisamente no, la Francia si assicura il controllo della gara anche grazie ad un Koné (Ranieri sarà contento) in grande spolvero.
L’Italia, quasi annichilita dalla supremazia territoriale degli avversari, prova a rimettersi in carreggiata accorciando le distanze con Cambiaso. Ma il nostro è un fuoco di paglia. Nella ripresa la Francia chiude i conti con il secondo sigillo della serata di Rabiot rispedendoci al secondo posto della classifica. Nel finale gli azzurri ci provano ma i cambi sono tardivi. E alla fine il punteggio non cambierà più.
E adesso che succede? Si va avanti nel torneo. Ma quello non era in discussione. Venerdì alle 12.00 conosceremo i nostri prossimi avversari: Germania, Portogallo o Spagna gli avversari che potrebbero uscire dall’urna di Nyon. Le date. Appuntamento per il ritorno in campo tra il 20 e il 23 marzo, con l’Italia che giocherà la partita di ritorno fuori casa avendo mancato il primo posto nel proprio raggruppamento. Chi vince approda alle semifinali, o meglio alle “final four” che si giocheranno a giugno (dal 4 all’8 sede da stabilire, ndr).
Al di là della sconfitta sportiva la notizia peggiore per la nostra Nazionale è un’altra. Sì perché la sfida di ieri metteva in palio anche un altro premio: ovvero il il famoso “paracadute” in vista del prossimo mondiale. Vincendo il girone di Nations League – ricordiamo che le due competizioni sono collegate tra loro – l’Italia avrebbe potuto usufruire di un’ulteriore possibilità per accedere alla competizione del 2026 in programma tra Canada, USA e Messico qualora la qualificazione non dovesse arrivare attraverso il girone. Il che, considerando gli ultimi anni, non è una probabilità da scartare sebbene l’ampliamento delle squadre partecipanti a 48.
Ad ogni modo il regolamento prevede che al Mondiale arrivino 16 Nazionali dall’Europa: di queste, 12 dai gruppi (ovvero le vincenti), altre 4 dai playoff da disputare tra le 12 selezioni arrivate al secondo posto nei raggruppamenti e le migliori 4 vincenti dei gruppi di Nations League cominciando dalla Serie A. Considerando chiaramente le Nazionali non qualificatesi. Ecco perché arrivare primi davanti alla Francia ci avrebbe concesso un gettone aggiuntivo per sperare nel ritorno ad un mondiale. Adesso, invece, bisognerà arrivarci soltanto alla vecchia maniera.
Tutto dipenderà ovviamente dalle squadre con cui condivideremo il percorso delle qualificazioni. I sorteggi in questo senso ci saranno il 13 dicembre e nuovamente la Nations League giocherà un ruolo importante. Gli abbinamenti avverranno sulla base di questi criteri: le squadre accoppiate nei quarti di finale sono collegate a due gruppi potenziali: chi vince andrà nel girone da 4 (e inizierà a giocare da settembre 2025), chi perde finirà o in un altro da 4 oppure in uno da 5.