Il significato più profondo del ritorno di Claudio Ranieri per i tifosi è il ritorno alla ‘romanità’ che si erano visti strappare via con l’esonero di Daniele De Rossi, il 18 settembre scorso. Una fede, una passione, un amore che non ha niente di razionale, ma che rappresenta un legame inscindibile e, al tempo stesso, inspiegabile.
E proprio Ranieri e De Rossi sembrano essere legati da un filo indissolubile. Un affetto speciale e un grande rispetto professionale, segnato anche dalla singolare coincidenza di una giornata che li unisce ulteriormente: il 26 maggio.
Il 26 maggio del 2019, dopo Roma – Parma finita sul 2-1 per i giallorossi, il saluto alla squadra giallorossa di ‘DDR 16’ al calcio con mister Ranieri in panchina; mentre cinque anni più tardi, il 26 maggio scorso, l’addio di sir Claudio, dopo essere stato capace di operare un miracolo con il Cagliari, assicurando la salvezza della compagine sarda in Serie A. Doveva essere l’ultimo atto in panchina per lui, seppure ha sempre confessato: “Posso tornare solo in due occasioni: se mi chiama il Cagliari o la Roma”. E così è stato…
Ora a Ranieri, soprannominato ‘aggiustatore’, viene chiesto di rimettere in sesto questa Roma allo sbando. Pronto per la missione il mister ha raggiunto Londra, ha prontamente trovato l’accordo con i Friedkin e il giorno dopo è pronto a mettersi al lavoro.
Un impegno che lo vedrà coinvolto in un progetto che lo impegnerà come allenatore fino a giugno, per poi entrare tra i dirigenti della Roma, probabilmente in qualità di direttore dell’area tecnica. Ebbene in quelle vesti avrà anche voce in capitolo sulla scelta del nuovo allenatore. E c’è già chi spera che il prossimo passaggio sia il ritorno di Daniele De Rossi.
Un altro sogno che i romanisti ripongono nel cassetto in attesa che diventi realtà, proprio come il ritorno in panchina di Ranieri, che per i tifosi giallorossi rappresenta già un segnale forte di ritorno ai valori del passato e che ha aperto a grandi speranze per il futuro della squadra…