Nuovo allenatore Roma, forse, stavolta ci siamo. Perché se è vero che Juric era stato messo (idealmente) alla porta già da un po’, i Friedkin hanno dovuto fronteggiare le conseguenze delle loro scelte – a volte discutibili – nella recente gestione societaria. Nella scelta del successore del tecnico croato, mai amato dal gruppo e imposto non si sa bene per quale motivo, a pesare è stato soprattutto un aspetto: oggi, in questo caos che la Roma è agli occhi di tutti, non è facile decidere di averci a che fare. Specie se sei un grande allenatore e la prospettiva, da un momento all’altro, di ricevere una panchina top può arrivare da un momento all’altro.
Perché purtroppo questa è la prima verità scomoda che va raccontata. La società giallorossa è per il momento una grossa scatola vuota il cui blasone è rimasto soltanto sulla carta. Non c’è un Amministratore delegato e l’unico Dirigente in carica è stato di fatto sfiduciato dalla proprietà. Poi più nulla. Perfino Trigoria in questi giorni è deserta, con i calciatori, Nazionali a parte, lasciati liberi di “riposare” nonostante il disastro di questo inizio stagione. L’elenco è ancora lungo. Chi viene a Roma, come allenatore in questo caso, sa che sarà lasciato solo nei confronti dell’esterno: Mourinho, De Rossi, Juric, ne hanno già fatto le spese. E ora avanti il prossimo verrebbe da pensare.
Allenatore Roma: i retroscena dietro le candidature saltate
E chi allora, mettendosi nei panni di un Allegri o di un Mancini avrebbe accettato di farsi carico di tutto questo? Magari entrambi, attenzione, ma alle giuste condizioni, dal loro punto di vista, per controbilanciare gli effetti negativi di un possibile fallimento chiedendo garanzie circa futuro e costruzione della rosa. Il famoso progetto insomma, quello negato a De Rossi per intenderci dopo appena quattro partite.
Anche perché ormai i Friedkin stanno iniziando ad avere la fama di Presidenti “mangia-allenatori”, peraltro con modalità poco ortodosse. Juric ha chiuso un cerchio ideale iniziato con Mourinho appena undici mesi fa.
Insomma, chiunque abbiano contattato effettivamente Dan e Ryan in questi giorni (o chi per loro), la risposta immaginiamo sarà stata più o meno la stessa, con una forbice più o meno ampia in termini di richieste a seconda dell’appeal del nome.
Da qui, messi pericolosamente alle strette (perché il tempo continua a passare), la famiglia americana ha deciso di convergere su Ranieri. Uno che accetterebbe più che altro per amore della piazza ma che, non dimentichiamoci, aveva già dato l’addio al calcio al termine della passata stagione. E che adesso ha deciso però di imbarcarsi in questa nuova avventura, forse la più difficile della sua carriera.
Allenatore Roma: tutti i motivi per cui gli altri tecnici non sono arrivati
La Repubblica, allora, prova a tirare le somme ricostruendo le ragioni alla base dei no – da una parte e dall’altra – che ci sarebbero dietro ai mancati arrivi dei vari Mancini, Montella, Allegri, ecc. Ecco l’elenco completo:
- Allegri: il tecnico avrebbe declinato
- Lampard: non era convinto, in più c’era l’offerta di un club inglese
- Terzic: intesa non trovata
- Sarri: non vuole club presi in corsa
- Mancini: avrebbe accettato ed ha aspettato la chiamata finale dei Friedkin. Poi ha deciso di non attendere più
- Montella: oltre ai problemi con la Federazione turca che non vuole lasciarlo partire (ma l’aeroplanino ha una clausola per liberarsi), non sarebbe stata trovata l’intesa con la Roma. Montella chiedeva tre anni di contratto, la metà quelli offerti dal club.