Intorno a Paulo Dybala c’è un alone di mistero. L’attaccante della Roma viene utilizzato con ‘parsimonia’ quasi che non fosse possibile pensare che l’argentino sia in grado di fare due gare di fila.
Con l’Union SG, ieri, ha stazionato in panchina. Una scelta tecnica anche questa? Un modo per preservarlo in vista dell’importante appuntamento di domenica all’Olimpico contro il Bologna? Solo Juric potrebbe dare risposte a questi interrogativi.
Sta di fatto che, nonostante il campione argentino abbia dato prova di saper fare bene, sbloccando la partita contro il Torino e incassando una vittoria per i giallorossi, viene messo in campo con moderazione. Mister Juric in più di un’occasione ha sottolineato: “Va gestito bene”. Riferendosi, evidentemente, al tempo da fargli spendere in campo.
Che il soprannome di la Joya dipenda anche dalla sua fragilità? Un gioiello tanto prezioso e altrettanto delicato da usare con attenzione e soprattutto con grande parsimonia. Si teme forse per eventuali conseguenze di salute del campione argentino?
Mah… La Roma, dopo Hummels – che viene escluso a priori – e Paredes, anche lui poco considerato, ha tra le sue fila un altro campione che non spende mai per due gare di fila, pur sapendo che potrebbe contribuire a fare la differenza. Ieri a Bruxelles Dybala è rimasto in panchina e con Verona è sceso nel rettangolo di gioco per pochi minuti. Sembra quasi che entri in campo una partita sì e una no…
La constatazione apre a tanti interrogativi. Ma ormai è sotto gli occhi di tutti questa situazione che si somma alle infinite stranezze della gestione Juric.