Rabbia e risentimento nei confronti della proprietà della Roma che sembra essersi completamente estraniata dalla crisi che la squadra sta vivendo.
In realtà, per quanto siano tutti pronti ad accogliere il nome del sostituto di Juric con esultanza, potrebbero esserci da parte della proprietà motivi oggettivi alla base di quello che sembra essere solo il rinvio di un atto, ormai, inevitabile.
Una delle ragioni più evidenti di operare un cambio immediato sulla panchina giallorossa è l’imminente appuntamento a Bruxelles contro l’Union Saint Gilloise e, a seguire subito dopo la gara all’Olimpico contro il Bologna. Due appuntamenti a stretto giro di tempo che non sembrano consentire grandi stravolgimenti. Successivamente ai due impegni, però, con la pausa per gli incontri della Nazionale, la proprietà potrebbe ritenere il momento più adatto a un cambiamento così sostanziale come quello dell’allenatore.
Un altro dei motivi è la necessità di nominare il Ceo. La nomina dell’amministratore delegato, carica rimasta vacante sin dal momento delle dimissioni di Lina Souloukou, sembra rappresentare una tappa importante per i Friedrik nella ricostruzione della realtà sociale e della credibilità della Roma.
Nel lasso temporale che manca alla pausa per gli incontri della Nazionale, la società giallorossa dovrà ponderare bene il da farsi, considerando anche che allo stato attuale, dopo Mourinho, De Rossi e poi Juric, non sono consentiti altri errori.
Una decisione che deve tenere presente anche che la scelta di un traghettatore a questo punto del campionato sarebbe improponibile, ma anche la valutazione dei tecnici attualmente svincolati e pronti a prendere in mano una situazione tutt’altro che semplice, nella quale, ovviamente, è verosimile pensare che si aspettino la possibilità di una programmazione e non certo a stretto giro di tempo…