Nella travagliata trasferta di Verona per la Roma non sono mancate le polemiche per quanto accaduto al momento del secondo gol dei padroni di casa. L’azione infatti, come vi abbiamo raccontato ieri in tempo reale, sembrerebbe essere viziata da un doppio potenziale fallo: né l’arbitro però, né soprattutto il VAR, sono intervenuti e la rete, per la verità senza nemmeno troppe proteste dei calciatori giallorossi (solo il match analyst giallorosso ha espresso le sue rimostranze finendo espulso, ndr), è stato convalidato.
I dubbi però francamente restano. Non solo. Nel post gara a DAZN è emerso un ulteriore “giallo” con un passaggio che, anziché chiarire l’accaduto, ha contribuito semplicemente ad infittire il mistero attorno all’episodio. Intendiamoci. L’errore arbitrale, benché lampante, non può e non deve rappresentare un alibi per la Roma che avrebbe dovuto ieri sera vincere a tutti i costi la partita. Anche perché Dybala e compagni erano comunque riusciti a rimettere in parità l’incontro. Sta di fatto però che quel gol, a prescindere, sarebbe stato da annullare.
Ripercorriamo per un momento quanto accaduto in occasione del secondo gol. Calcio d’angolo dalla destra rispetto alla porta difesa da Svilar, Magnani anticipa Ndicka e insacca alle spalle del portiere. Basta un semplice replay tuttavia – e infatti non a caso Luca Marelli a DAZN aveva subito ravvisato l’irregolarità dell’azione – per accorgersi non di uno, ma di ben due comportamenti non leciti da parte dei giocatori del Verona. Di cui uno netto e l’altro magari discutibile. Entriamo nel dettaglio.
Il difensore gialloblù autore della marcatura, nello staccare di testa, colpisce con un’evidente manata in faccia – ancor prima che la palla raggiunga la sua testa – l’omologo romanista facendolo cadere a terra. Infatti Ndicka rimarrà diverso tempo “k.o.” a causa della botta ricevuta. Arriviamo così al secondo fatto: Kastanos, come ben visibile dalle immagini, si frappone tra il portiere e la traiettoria della sfera impedendogli di fatto di staccare bene da terra. Questo secondo comportamento magari può essere considerato al “limite” – ingenuo è stato anche Svilar a non farsi valere a sufficienza – sta di fatto che l’azione di disturbo del giocatore veronese alla fine ha raggiunto il suo scopo.
A contribuire ad alimentare le polemiche, come anticipato in apertura, è stata anche la mancata messa in onda in tv dell’audio riferito proprio alle conversazioni tra sala VAR e arbitro in occasione del gol scaligero. La situazione in effetti era abbastanza chiara e di facile lettura. Eppure la tecnologia non è intervenuta in aiuto dell’arbitro. Dopodiché stavolta, a differenza ad esempio di Monza, ad essere assente è stata anche la spiegazione tecnica dell’accaduto.
Il perché, cioè, alla fine non si sia deciso di annullare il gol del Verona. Passaggio che si sarebbe potuto dedurre proprio dalle parole intercorse tra varisti e fischietto. L’emittente televisiva, dal canto suo, nel corso della trasmissione Open Var, ha spiegato che il “file audio riguardante il gol di Magnani non gli era stato inviato”. E dunque non è stato possibile analizzarlo e commentarlo.