Ad agosto scorso la notizia dell’acquisto, e sembrava ormai cosa fatta, del difensore austriaco Kevin Danso. Il difensore austriaco sembrava pronto a trasferirsi con la formula in prestito di 24,5 milioni, e i tifosi del Lens gli avevano anche organizzato una cerimonia di saluti.
Sembrava cosa fatta, il contratto prevedeva un compenso di 1,5 milioni più bonus per cinque anni. Poi, a fine agosto, qualche giorno dopo l’arrivo nella Capitale, è stato reso noto che Danso non aveva superato le prove di idoneità. Quelle prove che solitamente sono solo una formalità. Sarebbero emersi problemi che avrebbero indotto la Roma a fare un passo indietro e non concludere l’affare.
Oggi il difensore austriaco torna a parlare di quanto successo e dalle sue parole traspare amarezza e anche rabbia per quanto accaduto. Lo fa ai microfoni de L’Equipe ai quali ha scandito: “Mi ha fatto male” e non nega: “Sono arrabbiato”.
Il difensore del Lens ritiene che dietro questa trattativa andata in fumo possa esserci dell’altro. Sapeva di essersi sottoposto a tutti gli accertamenti medici in Inghilterra, così come gli era stato riferito che in Italia sarebbero stati più rigidi “ma sapevo che stavo bene”.
Nonostante la convinzione di non avere alcun problema di salute Danso non è stato preso dalla Roma e questo lo induce a pensare che “il mio trasferimento è saltato per altri motivi”.
Il 26enne, difensore centrale, è tornato al Lens dove milita tutt’ora, oltre a far parte della nazionale austriaca. Anche il club austriaco ha manifestato amarezza per l’accaduto e, all’indomani della trattativa saltata, ha rilasciato una nota ufficiale: “Le visite mediche sono state la causa dell’interruzione di questo trasferimento. Il club si interroga sulle ragioni di fondo del mancato via libera per un giocatore attentamente monitorato che inanella stagioni con più di 30 partite sia sui campi francesi che internazionali. Il Lens mantiene la massima fiducia e avrà piacere di ritrovare il suo difensore, che sarà sottoposto a un protocollo di test adeguato prima di vestire nuovamente i nostri colori”.