Claudio Ranieri, è un nome ridondante soprattutto in queste ore di grave crisi della Roma, non fosse altro perché è uno dei simboli della società giallorossa nella quale è nato come calciatore e della quale è stato allenatore dal 2009 al 2011.
Un legame costruito piano piano, ma saldo e indelebile, con tutti i tratti tipici di un matrimonio ben riuscito. Ma d’altra parte Claudio Ranieri è di Roma, precisamente di Testaccio, come racconta il tecnico al Corriere della Sera. In quel quartiere il papà aveva una macelleria e anche Claudio dava una mano, all’occorrenza, per quanto meno degli altri fratelli, perché il tempo preferiva trascorrerlo all’oratorio, dove dopo la messa e pane e marmellata lo lasciavano giocare a pallone.
Una passione che è diventata un sogno: giocare a calcio. Obiettivo raggiunto quando dapprima ha giocato nella Dodicesimo giallorosso, sovvenzionata dalla Roma e poi è stato scelto da Herrera per entrare nella Primavera della Roma. Qui ha scelto anche il suo ruolo: difensore. Una scelta azzeccata che gli ha dato la possibilità di militare tra le fila della sua squadra del cuore.
Nella sua esperienza di tecnico della Magica è stato chiamato anche ad allenare Totti e De Rossi. In merito a quest’ultimo si sofferma un attimo con rammarico per sottolineare: “Mi spiace sia stato esonerato, aveva avviato un progetto”.
In merito alla sua ultima esperienza alla guida tecnica di una squadra, quella con il Cagliari, Ranieri aveva detto che sarebbe stata l’ultima, ma forse con poca convinzione, visto che ora spera nella chiamata in una Nazionale, seppure non quella italiana, visto che ripone la massima fiducia in Spalletti. Ma resta l’idea e forse la speranza di tornare a sedere in panchina, anche se sembra abbia rifiutato già diverse proposte. Chissà che le sue speranze non siano riposte proprio nella Roma. Ma ovviamente su questo punto non si pronuncia…