Esonero sì, esonero no. Ma intanto Ivan Juric continua a rimanere al suo posto. Il perché non è dato saperlo, nel senso che questo scenario – soprattutto dopo quanto (non) visto a Firenze, dentro e fuori dal campo – era considerato da tutti il più probabile. Non che tutte le colpe siano dell’allenatore, intendiamoci, ma chiaramente, vista la scollatura con la squadra, continuare con l’ex Torino sembrava quantomeno l’unica strada da escludere. E invece ancora una volta i Friedkin hanno sorpreso tutti, decidendo…di non decidere.
Con quale spirito scenderà infatti in campo domani sera la squadra? E come potrà uno Juric praticamente sfiduciato da tutti cambiare un destino che sembra già scritto? La realtà è però che intanto, anche se nemmeno una vittoria potrebbe bastare domani, si continuerà con lui. Dopodiché, è chiaro, bisogna capire cosa stia succedendo dentro la proprietà americana che ancora una volta ha scelto la strada del silenzio non mettendoci la faccia.
Esonero Juric: il punto sui nomi in corsa
Cerchiamo dunque di mettere a fuoco le poche certezze della vicenda. Punto primo. Ivan Juric resta alla guida della squadra ma senza alcun tipo di garanzia. Se la società avesse voluto difenderlo pubblicamente, rinnovandogli la fiducia datagli un mese fa, l’avrebbe già fatto. I club, solitamente, fanno così. Dunque l’allenatore resta ma, probabilmente, per mancanza di alternative.
Punto secondo. Il ritorno di De Rossi, benché continui a restare lo scenario più verosimile, inizia a questo punto a vacillare. Il motivo? Semplice. Anche in questo caso se i Friedkin avessero voluto richiamarlo in panchina – al di là delle indiscrezioni di un possibile contatto che sarebbe avvenuto subito dopo Fiorentina Roma – lo avrebbero, di nuovo, già fatto. Forse la famiglia texana non vuole ammettere di essersi sbagliata con DDR o forse non lo ritiene l’uomo giusto per rilanciare la Roma in questo momento. Oppure, ancora, è l’ex centrocampista giallorosso a non essere convinto.
A nostro avviso, comunque, la scelta attendista è ad oggi la peggiore possibile. Perché è nei momenti di difficoltà che una società dovrebbe farsi sentire prendendo in mano la situazione. E invece, arrivati a mercoledì, tutto tace. Arriviamo così al punto terzo. Ovvero una visione per certi versi maggiormente ‘complottista’ (passateci l’espressione) che porterebbe a prefigurare un’imminente cessione societaria come qualche voce prova a suggerire. Da qui la decisione di non mettere mano, tecnico a parte, anche alla questione dirigenziale considerando che del nuovo CEO continua a non esserci traccia.
Ranieri alla Roma: sì ma…
Provando a rimanere però sulle “questioni di campo” (domani in un modo o nell’altro bisognerà scendere in campo) e immaginando una posizione dei Friedkin volta a ponderare bene la decisione per evitare nuovi sbagli alla ‘De Rossi’ c’è sempre la strada che porta a Claudio Ranieri. In questi giorni si è parlato molto di un’ipotesi molto suggestiva che lo riguarda da vicino: ovvero ‘sir’ Claudio in veste di Dirigente e uomo-società con DDR in panchina, condizione che, secondo alcune fonti, proprio De Rossi avrebbe posto subordinandola ad un suo eventuale sì alla richiamata.
Nelle scorse ore tuttavia in merito a questo possibile scenario si è espresso Ilario Di Giovambattista, conduttore dell’emittente radiofonica Radio Radio. Secondo il giornalista l’ex allenatore del Cagliari non sarebbe ancora pronto per un simile ruolo (né la Roma lo avrebbe mai contattato, ndr), a differenza di quello dell’allenatore che, scrive Di Giovambattista, accetterebbe ben volentieri.
#Ranieri a oggi mai stato contattato dalla #AsRoma. Il mister non sarebbe ancora pronto per un ruolo da Direttore Tecnico, avrebbe voglia di allenare e alla Roma non direbbe no.
— Ilario RadioRadio (@IlarioDiGiovamb) October 29, 2024