E’ il minuto numero 30′ di una serata che già si prefigurava drammatica. La Fiorentina aveva già segnato due gol, prima con Kean e poi con Beltran dimostrando in pochi minuti che non avrebbe avuto pietà di un avversario apparso molto più che in bambola. Juric, cercando di scuotere i suoi, opera un doppio cambio: una mossa abbastanza insolita nel calcio dato che, spesso, gli allenatori anche nelle serate più grigie aspettano l’intervallo per intervenire.
E invece l’ex Toro ha agito prima del duplice fischio, un modo “per dare un segnale, anche se non erano soltanto loro due i giocatori che stavano facendo male“, dirà poi l’allenatore giallorosso a fine gara. Nei “nomi” però c’è il riassunto del particolare momento che sta vivendo la squadra: Cristante, ovvero il fedelissimo proprio di Juric (come prima lo era stato per De Rossi), e Angelino, il cui cambio ancora oggi, a bocce ferme, resta di difficile motivazione soprattutto considerando i disastri che stava combinando il suo alter-ego sulla destra.
Che il centrocampista abbia ‘tradito’ la fiducia del suo allenatore e che quest’ultimo abbia deciso di “punirlo”? Tutto può essere. Sta di fatto che Cristante non ha preso bene la sostituzione decidendo di non tornare in panchina nel secondo tempo per stare vicino ai proprio compagni di squadra. Idem Mancini, l’altro escluso eccellente di Juric qualche minuto più tardi. Dicevamo che non sono nomi qualunque e così è. Loro due appartengono a quella cerchia denominata dei “senatori” che avrebbero il compito di guidare la squadra. Soprattutto nelle difficoltà.
E invece ieri il banco è saltato. Capitan Pellegrini, a fine gara, ha provato a minimizzare sostenendo che adesso “il lavoro deve essere l’unica strada da percorrere”. Il problema è che ora però qualcosa tra giocatori (o parte di essi) e l’allenatore sembra essersi rotto: Il Corriere dello Sport parla oggi di parole grosse che sarebbero volate negli spogliatoi – in particolare tra Mancini e Juric – testimoniare di come davvero la Roma oggi sia una nave alla deriva sotto tutti i punti di vista. Ma questo dei calciatori è un film che si ripete: e non basterà di certo l’esonero di Juric (sarebbe il terzo dopo Mourinho e De Rossi), sempre più probabile, a risolvere alla radice il problema.