A due giorni da quello che per molti era (o forse avrebbe dovuto essere) il big mach, è tempo di bilanci in casa giallorossa.
L’evidente atteggiamento positivo dei giocatori, la maggiore determinazione in campo, al punto da averli visti decisi in fase offensiva, tanto da tentare 14 tiri in porta, seppure riuscendo solo in 6 occasioni a centrare l’area, non ha sortito l’effetto sperato: nessun gol.
A fronte di tutte le tattiche messe in campo dal mister Ivan Juric i risultati stentano ad arrivare. E se in difesa, proprio come ha sottolineato il tecnico nel post partita, la Roma si è dimostrata molto più forte del previsto, in attacco tentenna… e non poco.
La risposta sulle motivazioni che vedono i giallorossi in evidente difficoltà in fase offensiva è presto data: c’è un solo giocatore a cercare di centrare la porta, l’unico al quale viene data questa responsabilità è Artem Dovbyk. Un impegno gravoso per il calciatore ucraino che, troppo spesso, si trova da solo con Dybala in posizione di trequartista e Zelewski, finora, mai abbastanza incisivo e protagonista di qualche errore di troppo.
Insomma se la Roma cresce in difesa, in attacco sembra ancora tanta la strada da fare. Anche nella gara contro l’Inter, nonostante il ruolo e le responsabilità riconosciute a Dovbyk dal mister giallorosso, l’attaccante ucraino non ha fatto tiri in porta, apparendo più isolato che mai in una squadra che sembra troppo arretrata, troppo concentrata in fase difensiva.
I dati sono poco incoraggianti, visto che in tutto il campionato la Roma è riuscita a realizzare tanti gol quanti ne ha fatti da solo Redegui da inizio stagione. Evidentemente un campanello d’allarme che deve indurre il club giallorosso a correre ai ripari e al più presto visto che con questa ulteriore pesante sconfitta la Roma è scesa al decimo posto in classifica.