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Interviste

“Non ci sono più campioni”: il ritorno di Totti fa sognare

L’intervista all’agente di calcio, Giovanni Bianchini che spiega come mai l’eventuale ritorno di Totti fa sognare

Forse stava solo scherzando, ma le sue dichiarazioni hanno riacceso gli animi e le speranze di vederlo di nuovo in campo. Francesco Totti, ieri, del tutto a sorpresa ha confessato di aver ricevuto due offerte da altrettante squadre di Serie A. Da quel momento non s’è capito più nulla…

Sul ritorno di Totti ha parlato anche Branchini

Sulla vicenda è tornato il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, che ha assicurato che non si tratta della sua amata Roma. Ora anche uno degli agenti di calcio più rinomati interviene sull’argomento, Giovanni Branchini e lo fa, ancora una volta, sul Corriere.

Da quando Francesco Totti ha annunciato un possibile ritorno in campo è il caos – romaforever.it

Il procuratore: “Sarebbe bello rivedere Francesco giocare”

Branchini non nega che “sarebbe bello rivedere Francesco in campo”. In tanti auspicano che l’annuncio dell’ex capitano giallorosso non resti solo una dichiarazione buttata lì e anche l’agente di calcio assapora l’idea evidenziando che “sarebbe ancora più bello se avessi la certezza che la condizione potesse sostenerlo anche solo per il 50 per cento del Totti che conosciamo”. D’altro canto non si tratterebbe di un caso isolato…

Ci sono calciatori che proseguono anche in età avanzata

“Ci sono giocatori che proseguono anche dopo i 40 anni. Vedi Pepe che ha giocato titolare nell’ultimo Europeo del Portogallo e Fernandinho che dopo aver lasciato il Manchester City a 36 anni, e ora, a 39 anni, il suo club gli ha offerto il rinnovo per un altro anno e mezzo”.

Come mai il ritorno di Totti in campo fa sognare

Ma cosa si nasconde dietro questa ricerca di grandi nomi del calcio di età avanzata? Il fenomeno, secondo Branchini è presto chiarito: “Hanno pochi che li incalzano da dietro”. Manca, sostanzialmente un ricambio, secondo l’esperto che, però attribuisce questa situazione anche a una situazione socio-culturale cambiata radicalmente. “I bambini – spiega l’agente di calcio – non giocano più liberamente ma vengono portati a scuola calcio. L’istinto e il talento, qualità che si sviluppavano in un ambito puramente ludico tra strada e oratorio, non trovano lo stesso sfogo quando vengono inquadrati”. Viene meno, pertanto, “l’incoscienza calcistica e così vengono meno quelle individualità che spesso non sono considerate funzionali a un certo tipo di calcio”.

Francesca Di Nora
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Francesca Di Nora