Disastro Roma, di chi è la colpa? Serve un intervento immediato

La Roma continua ad essere in netta difficoltà: vedere giocatori di un certo livello così spaesati fa quasi tenerezza. Anche la rabbia è passata, ora c’è solo la paura di non ritrovare più la strada…

Melissa Landolina -
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disastro Roma
Roma-Inter (ansa foto)
Sembra quasi paradossale non riuscire a trovare un solo colpevole in tutto questo disastro.

Sarebbe molto più semplice ci fosse un unico indiziato: si eliminerebbe il problema alla radice e si rigetterebbero le basi per un nuovo progetto.

Questo era stato fatto con Daniele De Rossi, additato come capro espiatorio ma che ad oggi possiamo confermare non fosse il responsabile della disfatta romanista.

Tuttavia, quando la società è assente, sfuggente e prende decisioni confusionarie e insensate;

Quando i giocatori non hanno mordente, sono spaesati, inconcludenti, senza carattere;

Quando l’allenatore continua a complimentarsi con una squadra che commette errori su errori senza riuscire a darle una guida e le giuste motivazioni;

Quando non vedi figure in tribuna che sappiano almeno parlare l’italiano o che sappiano dare una direzione, una via, un’idea con esperienza e competenza;

Quando vedi un ds che è riuscito a portare a casa un mercato estivo sul filo del rasoio con ancora il fiatone in corpo, come avesse acquistato figurine Panini e non calciatori, tralasciando moduli e reparti.

Diventa difficile capire cosa cambiare per provare almeno a salvare una stagione che rischia di finire sull’orlo del precipizio.

Certo è che quando in campo Bastoni mette Dybala a sedere con una giocata, Zalewski incespica con la palla e cade da solo favorendo gli avversari, Mats Hummels, il titolare della squadra che ha trionfato nell’ultima Champions League, resta in panchina per lasciare spazio al vuoto cosmico: ti domandi se ci sarà qualcuno che ci tirerà fuori da questo mondo parallelo in cui non saremmo voluti capitare.

E va a finire che gli unici colpevoli che restano sono i tifosi che ancora pagano il biglietto e che chissà… forse ci sperano ancora un po’.