Daniele De Rossi è stato esonerato dalla dirigenza giallorossa dopo 4 giornate di campionato. Il tecnico di Ostia aveva collezionato 3 pareggi e una sconfitta: di cui un pari con la Juventus allo Stadium e un pareggio al 96′ con la rete di De Winter che l’ha condannato definitivamente.
Non ha avuto il tempo di fare il suo esordio stagionale in Europa League e di prendere confidenza con i nuovi acquisti arrivati a inizio settembre per un mercato tardivo della società giallorossa.
De Rossi è stato il capro espiatorio: esonerato senza troppe spiegazioni ”per il bene della Roma” come gli stessi Friedkin hanno comunicato con un glaciale comunicato stampa.
Troppo poco per i tifosi giallorossi che da quel giorno hanno iniziato una contestazione senza sosta nei confronti di dirigenza e squadra accusata di non avere mordente e di non meritarsi la maglia che porta.
In quattro e quattr’otto DDR è stato allontanato da Trigoria, da casa sua, proprio mentre preparava il suo allenamento mattutino ha dovuto svuotare l’armadietto per darsi il cambio con il nuovo allenatore che dopo poche ore guidava la sessione pomeridiana.
Ivan Juric, la sua prima occasione in un grande club e con nessuna esperienza in Europa. Sarebbe lui l’allenatore giusto che avrebbe permesso alla Roma di ”vincere subito” come i Friedkin esigevano?
La speranza era quella di dare una scossa all’ambiente e di vedere la Roma tornare a vincere: la prima partita contro l’allora capolista Udinese è stata positiva con un 3-0 in casa, poi una vittoria sudata e poco meritata contro il Venezia di Di Francesco: la Roma già non convince.
E poi torna a non entusiasmare con la sconfitta contro l’Elfsborg in Europa League, il pareggio con il Monza in campionato e con l’Atlethic Bilbao ancora in Europa.
Mentre la contestazione della Curva Sud aumenta giornata dopo giornata, Ivan Juric comincia a vedere traballare la sua panchina: vincere contro l’Inter sarebbe stata la risposta che avrebbe potuto portare ad un cambio netto di direzione.
Ma la Roma sembra essere ancora appannata e in difficoltà come se mancasse una guida in grado di dare una linea e la giusta motivazione ai giocatori che, invece, non riescono ad esprimere gioco e qualità.
Forse l’unica risposta che possa far tornare il morale, la passione e l’entusiasmo a Trigoria è solamente una: il ritorno di Daniele De Rossi.
Lui, che il giorno del suo addio aveva annunciato ”Stavolta alla Roma non ci torno più”, sappiamo che se venisse richiamato dai Friedkin non saprebbe dire di no alla sua squadra del cuore.
Un po’ per lottare ancora una volta per questa maglia, un po’ per riscattarsi per il trattamento ricevuto.
Le voci di un suo possibile ritorno si fanno sempre più insistenti, soprattutto dopo le dimissioni di Lina Souloukou che sarebbe stata determinante per la decisione presa dagli americani, in virtù delle frizioni che c’erano proprio tra CEO e tecnico.
Ai Friedkin farebbe sicuramente comodo accontentare la tifoseria ormai in totale rottura con la dirigenza e sarebbe l’unica mossa da fare per riportare il sorriso a Roma.