Nel mirino di Walter Sabatini, ex dirigente sportivo che a Roma ha trascorso più di quattro danni dal 2011 all’ottobre del 2016 come direttore sportivo, torna ancora una volta Francesco Totti.
Nelle recenti interviste rilasciate, ha parlato spesso dell’ex capitano giallorosso, un’icona per il club, un simbolo per tifosi e giocatori giallorossi. In più occasioni Sabatini ha evidenziato come Totti meriterebbe un posto nella dirigenza della Roma.
Un’idea ribadita anche nell’ultima intervista rilasciata al Corriere della Sera, nella quale sottolinea come er Pupone ha “sensibilità e capacità di giudizio”, per quanto il dirigente sportivo non ritiene abbia “la cultura necessaria per stare nel branco, ma merita di essere un dirigente. Devono affidargli il comparto sportivo”.
Non solo meriti al campione giallorosso, quelli che Sabatini gli riconosce, in quando nel suo esame, estremante lucido, evidenzia come sia un egoista. Ma anche a questo lato del carattere di Francesco Totti, il dirigente trova una ragione: “Non poteva non esserci egoismo in lui – ha detto Sabatini – la vita l’ha condotto su quel sentiero e non ha mai avuto la forza intellettuale di liberarsi. A Roma è stato un prigioniero, già a 17 anni non poteva uscire di casa: l’isteria che ho visto verso di lui l’ha pagata con la solitudine, anche oggi è un ragazzo solo”.
Resta il fatto che Sabatini non pensa che l’attuale dirigenza sia lungimirante nel giudizio, che la proprietà straniera non capisca “la città, il senso del possesso verso la squadra. Una tifoseria come quella della Roma la devi conoscere, non puoi fingere che non esista: il Romanismo è un sentimento potente… una malattia”.
Immancabile anche una domanda sul desiderio dell’ex dirigente di tornare nella Roma, domanda alla quale risponde prontamente di non ritenere di meritarla più. “Oggi la Roma ha bisogno di una macchina perfetta – ha dichiarato Sabatini –, una Ferrari. Io sono solo una due cavalli tutta bozzata”.