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Svolta nel calcio, pronte due nuove ‘regole’: “Stravolgerebbero questo sport”

Dopo le tante polemiche nell’ultimo turno di Serie A si torna a parlare di modifiche nella gestione della tecnologia ma non solo: vediamo quali

Rigore, non rigore. Step-on-foot, pestoni, falli di mano veniali puniti con il penalty. Altri, clamorosi, non segnalati. Insomma, sembra di essere tornati ai tempi pre-Var, quando cioè la famosa moviola del giorno dopo si prendeva la scena molto più del risultato maturato sui campi da gioco. La tecnologia nel calcio sembra infatti aver raggiunto un punto di non ritorno nel senso che, nel voler cercare a tutti i costi di cancellare l’errore umano da questo sport, si sia finiti maledettamente nel complicarlo. Trasformandolo in un ibrido che, francamente, sembra non piacere nessuno. Non solo. Il paradosso è che oggi il VAR, anziché risolvere problemi (sebbene abbia migliorato notevolmente la gestione di alcuni episodi è chiaro), ne stia creando degli altri ex novo.

Il risultato è una sorta di pasticcio dove, quantomeno in Serie A, l’interpretazione delle singole squadre arbitrali fa il bello e cattivo tempo, restituendo responsi diametralmente opposti per situazioni invece analoghe. La famosa uniformità di giudizio che manca totalmente, ecco. L’ultimo turno di campionato, in questo senso, è stato emblematico: sono stati fischiati rigori al limite dell’inesistente e negati altri che invece erano più che palesi. Su tutti quello di Baldanzi non dato alla Roma. Se a questo aggiungiamo la confusione fatta dalla stessa classe arbitrale – che ha rilasciato dichiarazioni contrastanti – il quadro è completo. E non è più calcio, citando il Fonseca del post Fiorentina-Milan.

Quale futuro per il VAR nel calcio? Gli scenari

Arbitro rivede un episodio dubbio – (RomaForever.it)

Bene ha detto dunque l’ex fischietto Calvarese nel parlare di errore quando si vuole a tutti i costi perseguire una “standardizzazione degli episodi” che in questo sport non può esistere. Dopodiché, ribadiamo, serve tornare ad una certa semplificazione della tecnologia – magari interpellandola soltanto per gravi sviste da parte dell’arbitro – stabilendo poche linee ma precise nella valutazione delle singole situazioni. Ripristinando al contempo una corretta lettura delle azioni.

Insomma, una tecnologia che ritorni ad occupare un ruolo completamente nel calcio e non da protagonista come accade adesso. A questo proposito in queste ore si discute di una novità, anzi due in realtà, che potrebbe andare a modificare l’uso del VAR in campo rispetto a quanto siamo stati abituati a vedere dal momento della sua introduzione. Vediamo di cosa si tratta.

Tecnologia in campo: torna l’idea del VAR a chiamata, allo studio anche il “tempo effettivo”

Stiamo parlando del cosiddetto VAR a chiamata o challenge, di cui si discute a dire la verità già da un po’. Di questo ieri ha parlato il designatore arbitrale CAN di A e B Gianluca Rocchi. C’è in corso una discussione IFAB, dunque non posso dire molto“, ha dichiarato il Dirigente. “Per quanto riguarda questo utilizzo della tecnologia si tratterebbe di una soluzione alternativa, o meglio complementare per il calcio di vertice”. 

Ad ogni modo, ha aggiunto Rocchi, l’obiettivo è quello di arrivare ad una decisione corretta“. Dopodiché si è tornati a parlare del cosiddetto tempo effettivo di gioco per superare il problema anche dei maxi recuperi concessi alla fine di ogni partita. Se dovesse arrivare nel calcio stravolgerebbe questo sport, ma probabilmente tutti giocherebbero gli stessi minuti”, ha aggiunto il Designatore.

VAR a chiamata”: come funzionerebbe

In caso di VAR a chiamata, tornando al primo punto, la segnalazione di una delle due squadre (come avviene in altri sport) escluderebbe quella dell’arbitro o potrebbero coesistere? Questa la risposta di Gianluca Rocchi:

“L’esperimento fatto lo esclude, però parliamo di un torneo dove c’erano pochissime camere. In caso di competizioni molto più coperte da questo punto di vista potremmo avere la doppia soluzione”

Luca Mugnaioli
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Luca Mugnaioli