Ormai da tanti anni la Uefa ha adottato politiche sempre più restrittive nei confronti dei grandi potentati finanziari al fine di evitare l’ampliamento del divario che separa i top club europei dai club di medio spessore.
Cosa ha deciso il Comitato Esecutivo Uefa
In questa ottica si colloca anche la decisione di anticipare i tempi, varando nuove norme che disciplinano i casi di società controllate dal medesimo azionista. La Uefa ha introdotto nuove limitazioni per i casi di multiproprietà, quando i club che appartengono allo stesso azionista e giocano nella medesima competizione a livello internazionale.
Il Comitato Esecutivo UEFA ha emendato l’Articolo 5.01 del regolamento delle competizioni per club, introducendo nuovi principi che saranno in vigore dal 2025/26. La modifica introdotta riguarda nello specifico la data di valutazione per i criteri legati alla multiproprietà, vale a dire la scadenza entro la quali i club che sono di proprietà dello stesso azionista dovranno conformarsi alle regole previste dalla Federcalcio europea.
Con le nuove norme, viene impedito ad un azionista di controllare o influenzare le decisioni di più club che partecipano alla medesima competizione. Queste modifiche mirano a garantire l’integrità delle competizioni affinchè venga percepita alla stregua di un principio fuori discussione.
Le nuove date
Per la stagione 2024/25, la data di valutazione era il 3 giugno 2024 per le competizioni maschili e il 1° luglio 2024 per le competizioni femminili. Con la nuova modifica appena introdotta dal Comitato Esecutivo UEFA, la data di valutazione verrà anticipata a partire dal 2025, all’1 marzo per tutte le competizioni per club. In questo modo, anticipando i tempi, il Club Financial Control Body (CFCB), onerato di un’attività di controllo per certi versi lunga e certosina, avrà maggior tempo per completare il processo decisionale, garantendo così che le competizioni possano disputarsi in maniera corretta e senza ambiguità.
I club che appartengono allo stesso azionista, entro quella data, dovranno dare prova di aver rispettato tutti i criteri di multiproprietà previsti dall’attuale normativa.