Collovati e Chierico ricordano Liedholm: “Un maestro, il suo calcio era già moderno”

L’8 ottobre ricorre il 102° anniversario della nascita dell’allenatore del secondo storico scudetto giallorosso. Il ricordo di due ex romanisti del passato

Luca Mugnaioli -
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Liedholm Roma
Nils Liedholm alla Roma – (RomaForever.it)

Nils Erik Liedholm è uno di quei nomi che rimarranno impressi con il fuoco nella storia della Roma. Quattro esperienze complessive, tanti successi, le gioie, tra alti e bassi chiaramente, i trofei e anche qualche delusione che nessuno cancellerà mai (come la maledetta finale di Liverpool). Il suo ricordo dunque rimarrà per sempre. E questo sia per la città di Romache proprio oggi gli dedicherà un giardino nel quartiere di Trigoria – sia per la “Roma” intesa ovviamente come squadra.

Di lui si ricorda lo stile signorile, i suoi modi di fare – anche qualche sua stravaganza – che lo hanno portato a diventare un’icona. Dal punto di vista della carriera “Il Barone” ha legato il suo lungo percorso da allenatore all’Italia, transitando, oltre alla Capitale, in tante altre piazze importanti, da Firenze a Milano, da Verona a Monza. Dalle nostre parti però è ricordato sicuramente con particolare emozione perché c’era proprio lui sulla panchina nell’anno dello scudetto 1983. Ecco allora cosa hanno detto di lui due ex calciatori giallorossi che incrociarono le loro carriere con la sua.

Chierico: “Liedholm? Insegnava con l’esempio”

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Nils Liedholm – (RomaForever.it)

Di Liedholm noi di RomaForever.it avevamo parlato recentemente con Odoacre Chierico, che proprio con “il Barone” vinse il secondo storico tricolore giallorosso. Questo era stato il suo personale ricordo:

Liedholm era un maestro dentro e fuori dal campo lo ribadisco. All’epoca si insegnava con l’esempio. E il Barone era uno di questi che comunque difendeva sempre i calciatori ma se c’era da prendere un provvedimento non si tirava di certo indietro”. 

Chierico, che ricorda ancora con profonda amarezza la serata dell’Olimpico della finale di Champions (lui non calciò mai il quinto rigore in quanto gli inglesi vinsero prima, ndr) aveva parlato poi del suo inconfondibile stile:

“Lo faceva però sempre però con il suo grande charme e aplomb da Svedese che aveva. Incuteva non dico suggestione ma comunque lo rispettavi. Non ricordo mai un suo comportamento sbagliato, fuori posto, né suo, né del suo staff. Si respirava un’aria di umiltà e serietà”.

Collovati: “Il suo calcio era moderno già cinquant’anni fa”

Negli ultimi tempi abbiamo intervistato anche Fulvio Collovati, ex campione di Inter, Milan e Roma ma anche della Nazionale, con cui avevamo parlato, tra gli altri, proprio del “Barone” considerando che il giocatore ebbe la fortuna di essere allenato da lui sia al Milan che poi in giallorosso. Inevitabilmente quindi anche a lui avevamo chiesto di raccontarci qualcosa su di lui.

In un mondo, quello del calcio moderno, dove va tanto di moda la filosofia, vi dico che il suo gioco era moderno già 50 anni fa”, ci aveva spiegato Collovati. Dopodiché aveva aggiunto:

Lui pretendeva che il terzino, guardate Tassotti, marcasse e facesse l’ala destra, giocava con un centravanti, con un numero 10, come Rivera al Milan, voleva che il difensore, tipo il sottoscritto, fosse propositivo anche in avanti. Mi diceva: ‘marca e vai’. Di certo se anticipavi l’uomo non dovevi semplicemente scaricare il pallone ma dovevi inserirti in proiezione offensiva”.

Liedholm e l’astrologia: il ricordo di Collovati

Dopodiché, nella nostra lunga intervista (potete rileggerla qui nella prima parte e qui nella seconda), ci eravamo concentrati su qualche aneddoto curioso legato alla sua figura. “Ce ne sono mille”, ci aveva detto Collovati. “Ad esempio il “barone” era amante dei maghi, appassionato di astrologia. A volte prima della partita ti mandava da lui a capire se era una giornata positiva oppure no”.

“E se avevi i bioritmi negativi era capace anche di non farti giocare. Ricordo un Gianni Rivera, uno dei migliori calciatori italiani di sempre, che in un derby non giocò perché quel giorno il mago gli aveva detto che aveva i bioritmi negativi“.