Lo scorso anno erano i falli di mano (ricordate?), quest’anno va di moda invece lo step-on-foot. VAR e tecnologia, anziché risolvere problemi qua sembra che qualcuno si diverta a crearne di nuovi. L’apice del momento caotico che sta vivendo la classe arbitrale è avvenuto nell’ultimo turno di Serie A, dove le decisioni prese, e soprattutto quelle non prese, hanno fatto scoppiare un mare di polemiche. A mancare è l’uniformità di giudizio, lo ripeteremo fino allo sfinimento, e una linea comune che gli arbitri – tanto al livello dirigenziale quanto sul campo – non riescono a tenere.
Perché non è possibile ogni volta commentare episodi analoghi valutati in maniera opposta. La sensazione è che, a prescindere dal singolo episodio, con la moviola ci si stia un po’ incartando su sé stessi nel senso che nel tentativo spasmodico di ridurre al minimo ogni piccolo errore, ne stiamo generando altri decisamente più enormi. Di questo e altro ha parlato stamani anche Gianpaolo Calvarese, ex Direttore di gara.
Secondo l’ex fischietto uno dei problemi è proprio quello che si voglia arrivare a tutti i costi ad una “standardizzazione degli episodi“ che però non può andar bene per il calcio, quantomeno non ai massimi livelli come la Serie A, ha detto Calvarese. “Semplificare alcune situazioni difficili, come il fallo di mano, non contribuisce a dissipare i dubbi, anzi“, ha quindi aggiunto. Dopodiché Calvarese ha lanciato un monito:
“Se anche persone competenti, calciatori e cronisti pensano che l’arbitraggio moderno si stia allontanando dal mondo del calcio allora dovremmo preoccuparci. E io sono d’accordo con loro”
“Nei massimi campionati” – prosegue Calvarese – “c’è bisogno di sensibilità e conoscenza calcistica”. Quindi la chiosa:
“Ci sta allontanando dal gioco del calcio perché manca la qualità tecnica di lettura degli episodi che non può essere standardizzata. Altrimenti potrebbero arbitrare tutti in Serie A”.