Roma, oltre i tre punti c’è poco da salvare. L’analisi lucida, a mente fredda, deve obbligatoriamente passare per delle riflessioni sulla prestazione vista ieri all’Olimpico, decisamente un passo indietro rispetto a quanto fatto vedere una settimana fa contro l’Udinese e anche in settimana contro il Bilbao. Ieri infatti l’unica cosa positiva è stata soltanto il risultato finale che alza in modo importante l’asticella dell’impatto di Juric in queste prime partite da allenatore: sette punti in tre partite, decisamente un buon ruolino di marcia.
Perdere punti ieri, aggiungiamo, sarebbe stato per di più un pessimo segnale considerando che tutte le big hanno ripreso a correre. Detto questo, però, è impossibile non vedere i limiti che questa squadra sembra avere. Su tutti l’incapacità di costruire trame offensive adeguate senza Paulo Dybala. Ma non è solo il tema dell’argentino a tenere banco: sono tante le cose che non stanno girando da Soulé, che rischia di diventare un caso, alla questione degli esterni, fino ad arrivare ad una retroguardia che si è mostrata troppo fragile di fronte alle iniziative degli attaccanti avversari.
Questi e altri temi stanno animando l’indomani di Roma Venezia. Ad analizzare la partita è stato in questi minuti anche il giornalista Stefano Carina (Il Messaggero) che ha affrontato punto per punto cosa secondo lui non sta funzionando. “Di ieri mi è piaciuta soltanto l’esultanza, spontanea, non costruita, passionale, di Pisilli dopo il gol. Per il resto è difficile salvare qualcosa specie nei primi 70′ di buio assoluto“, ha detto il giornalista intervenendo ai microfoni di Radio Radio.
“Il Venezia poteva finire 2-0 il primo tempo e starci benissimo prima del gol di Cristante. E’ davvero difficile pensare che Di Francesco abbia potuto perdere una partita del genere“, ha proseguito. “La Roma ha grossi problemi – ha aggiunto Carina – “ad ogni ripartenza poteva subire gol”. Secondo Juric, che ha parlato in conferenza stampa dopo la partita, molto è dipeso dall’impegno di giovedì che avrebbe portato i giocatori ad avere meno energie in campo. Tant’è che poi nel finale i cambi hanno ribaltato l’esito di un incontro che sembrava già scritto. Secondo il giornalista tuttavia le motivazioni della prova poco brillante sarebbero ben più profonde. E andrebbero ricercate altrove.
Intanto si parte dal mercato. Carina torna su un concetto già emerso sin qui: è vero che la Roma ha investito tanto ma è un dato di fatto di come alcuni ruoli manchino totalmente. Su tutti l’ormai famosissimo terzino destro. Celik è tornato ad essere la prima scelta (!) senza avere, di fatto, alternative tranne Saud Abdulhamid e – teoricamente – Zalewski (che però è ancora fuori dalle convocazioni).
Spiega Carina: “La Roma era una squadra costruita male per il precedente allenatore, che comunque in qualche modo aveva inciso sul mercato, figuriamoci per Juric”. “Ci sono dei ruoli che mancano proprio. Prendiamo Angelino: l’unico esterno buono che hai gioca nei tre dietro, stando così, alla lunga, mancheranno anche le rotazioni. E Dovbyk? Non può giocarle tutte…“, ha quindi concluso il giornalista.