Roma: l’errore da non commettere con Soulé. Ma l’argentino deve fare una cosa

L’attaccante ex Frosinone era stato accolto in festa dai tifosi giallorossi ma fin qui ancora non è riuscito a brillare. Domani contro il Venezia avrà tuttavia una grande occasione

Luca Mugnaioli -
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Soulé
Soulé – Foto: Salvatore Fornelli (RomaForever.it)

Era stato salutato come uno dei grandi colpi del mercato della Roma in estate. Tanto da non far rimpiangere Federico Chiesa, anzi. In tanti erano convinti che i giallorossi avessero fatto perfino meglio a puntare su di lui piuttosto che sull’azzurro che sarebbe poi volato poi in Inghilterra a fine mercato. La Roma, è inutile girarci attorno, lo aveva comprato per sostituire Dybala, convinta che la Joya avrebbe fatto armi e bagagli lasciando Trigoria. Non è un mistero infatti che la permanenza di Paulo abbia scombussolato l’ambiente giallorosso creando tensioni interne tra Dirigenza e l’allora tecnico De Rossi.

Non dal punto di vista tecnico chiaramente, nel senso che tra l’avere Dybala e non averlo passa un abisso; piuttosto è sul piano tattico (oltre che su quello economico) che si è inceppato il processo di costruzione della squadra considerando che DDR aveva iniziato a lavorare ad una Roma senza di lui, salvo poi dover ricominciare tutto daccapo. Con in più l’ulteriore problema di aver avuto il mercato sostanzialmente bloccato nei giorni cruciali ad agosto proprio perché il destino della Joya ha tenuto in sospeso tutti. In tutto questo si inserisce il caso allora di Matias Soulé: un giovane preso per fare il titolare e che invece ora si ritrova ad avere a fianco costantemente un paragone ingombrate. E finito, almeno nelle ultime uscite, per guardare i compagni giocare dalla panchina.

Soulé: da fenomeno a riserva, ma ora tocca a lui

Soulé Dybala
PAULO DYBALA DA INDICAZIONI A MATIAS SOULE -(FOTO DI SALVATORE FORNELLI) RomaForever.it

Del resto l’attenzione su di lui non può che essere di quelle importanti. L’investimento dei Friedkin per acquistarlo è stato significativo, c’è poco da fare. Trenta milioni (anche se ci si arriverà coi bonus) hanno fatto di lui uno dei colpi più cari del calciomercato estivo giallorosso, dunque è chiaro come le aspettative siano altrettanto elevate. L’avvio di stagione però non è stato dei migliori e di certo il giocatore non è stato aiutato dalle prestazioni del resto della squadra.

Fin qui Soulé ha collezionato ad ogni modo quattro presenze in tutto in campionato. Tre da titolare, più lo scampolo di partita contro l’Udinese. Le scelte di De Rossi prima, e Juric poi, ci dicono però che da Genoa in avanti l’argentino è finito per essere considerato più come una seconda linea che una pedina da lanciare dal 1′. Al di là del dibattito sulla possibile coesistenza con Dybala. A preoccupare è però anche un altro dato. E no, non è soltanto il numero “zero” alla voce gol e assist. Quanto piuttosto l’atteggiamento in campo del giocatore. Quasi mai decisivo per la squadra. La sensazione avuta spesso è stata infatti quella di un giocatore costantemente alla ricerca del colpo ad effetto, quasi ad aver l’ossessione di dover “spaccare tutto e subito“. Per dimostrare di essere all’altezza della situazione. Ma questo spesso si è rivelato controproducente.

L’errore che non deve fare la Roma adesso con Soulé

Juric lo ha spiegato bene: Soulé? Ha fatto un grande salto, è un ragazzo serio e avrà le sue occasioni”. Spesso infatti ci dimentichiamo che per quanto bene possa aver fatto la scorsa stagione il ragazzo è pur sempre reduce dalla dimensione del Frosinone. Roma, chiaramente, è un’altra cosa. Dunque adesso l’errore da non commettere con lui è quello di caricarlo di eccessive responsabilità: sono altri infatti i calciatori dai quali è lecito attendersi il salto di qualità, dai Pellegrini ai Paredes, passando per il Cristante di turno. Tanto più che Dybala alla fine è rimasto. Soulé è il futuro della Roma, non necessariamente lo strettissimo presente.

L’errore che non deve fare Soulé

Dopodiché anche l’argentino dovrà metterci del suo. In che modo? Intanto cercando di non strafare a tutti i costi, toccando ogni pallone come se dovesse fare la giocata della vita. Come accaduto giovedì contro il Bilbao per intenderci. Piuttosto dovrà essere bravo e intelligente nel mettersi a disposizione della squadra aspettando con pazienza la giusta occasione; insomma, più testa e meno talento fine a sé stesso. Solo così potrà fare il salto di qualità definitivo nei ‘grandi’.