Vitali non sarà il nuovo CEO della Roma. L’avvocato, che persiste da anni nel club giallorosso, ha rifiutato lo scatto di carriera preferendo rimanere al proprio posto. In questo momento la società giallorossa sta attraversando un periodo di transizione. I Friedkin sono arrivati a Roma da 4 anni e come obiettivo principale hanno cambiato pelle alla squadra: prima l’addio di Fonseca, poi l’approdo di Mourinho, dopo lo Special One, De Rossi e ora Juric.
Una costante altalena in appena 1460 giorni. Il progetto è ancora in fermento e, nel frattempo, sono arrivate due finali europee e qualche sesto posto di troppo in Serie A. Le basi per fare bene ci sono, ma persiste ancora troppa incertezza. La stessa che ha portato a 130 dipendenti licenziati o autodimessi.
Roma, rivoluzione costante
1400 giorni non sono tanti, ma restano abbastanza per dire che, all’ombra del Colosseo, si sta ancora cercando una direzione. Le parole non bastano a calmare una piazza inquieta che, al termine dell’esperienza di De Rossi alla Roma, ha riservato rabbia e risentimento ai vertici giallorossi.
Le dimissioni di Lina Souloukou hanno rappresentato la goccia di un vaso già traboccante: l’ira collettiva non risolve i problemi, semmai aumenta le incertezze. Tornando a Vitali, infatti, l’avvocato giallorosso non ha voluto avventurarsi nel nuovo ruolo proprio per questo. Al vertice della piramide c’è incertezza e i più quotati (incluso il legale) fanno fatica a compiere dei passi avanti. Navigare a vista, come in questo momento sta facendo la società giallorossa, non aiuta.
Il prezzo del cambiamento
La parola d’ordine, in tal senso, è – ancora una volta – riassetto. Rimettere insieme i pezzi, ma farlo al posto giusto. Senza esitazioni o incidenti di percorso ancora prima di cominciare. I Friedkin sono già al lavoro per il prossimo anno perchè – testuali parole dall’ultimo comunicato – la Roma viene prima di tutto. Ma a Roma chi viene? È questa la domanda che i tifosi (e non solo) si pongono a fronte dell’ennesima rivoluzione di sistema, nella speranza che sia l’ultima.