La Roma guarda al futuro. L’esonero di De Rossi ha portato a Trigoria Ivan Juric. Un uomo abituato a lottare, soffrire e vincere. Invertire l’ordine dei fattori, oggi, spetta a lui con la Roma che chiede soltanto – per usare un eufemismo – di ritrovare punti e serenità. Prima di tutto questo, però, occorre guardare alla dimensione da prendere.
Siamo la Roma c’è scritto negli spogliatoi: Juric non deve solo ricordarlo ai giocatori, ma dimostralo con scelte e tattiche in una direzione ben precisa. Quella giusta e soprattutto quella in grado di far tornare il sorriso a una piazza tradita, svogliata e insofferente. Guardare le partite dei giallorossi, negli ultimi tempi, era sempre un’impresa per i supporter.
Sofferenza che hanno portato (e continuano a portare) avanti con affetto. Oltre i sentimenti, però, devono esserci le consapevolezze. Ogni certezza, vecchia e nuova, passa dai risultati e dall’atteggiamento. La Roma, se riuscirà a cambiare, dovrà ringraziare – in primis – un elemento: Michele Salzarulo. Match Analyst, ma a conti fatti un vero e proprio mental coach.
Non lavora soltanto con i calciatori: resta a stretto contatto con il tecnico e studia le gare da affrontare in maniera quasi maniacale. C’è lui accanto a Juric, metaforicamente parlando, nel corso di Parma-Udinese. Partita che Juric era andato a vedere, in maniera casuale, prima di scoprire che sarebbe diventato il tecnico della Roma.
Le coincidenze sono sempre difficili da dimostrare, ma ciò non toglie che qualche giorno più tardi la Roma con i friulani ha fatto la partita. Anche grazie a Salzarulo. Sempre pronto, mai fuori posto. Schemi, tattiche ed espedienti, tutto nella testa e impreziosito dalle tecnologie. Meccanismi all’avanguardia e un costante aggiornamento di metodi e sistemi. Lavora così.
Ecco perchè Mourinho l’ha voluto prima all’Inter e poi al Real Madrid, prima di portarlo a Roma. La stessa cosa ha fatto Juric, che l’ha avuto anche a Torino e Verona. Salzarulo è una sicurezza: un punto fermo da cui la Roma può ripartire per competenza e capacità di adattamento. Riesce a tirare fuori il meglio da qualsiasi realtà.
Questa Roma bis la sta vivendo come un’ulteriore sfida. Un’incompiuta da determinare. A Roma, talvolta, il passato ritorna. Anche se la piazza avrebbe preferito veder tornare un’altra persona. Non solo per questioni di competenza, ma anche e soprattutto per ragioni di cuore. A quello davvero non si comanda. Salzarulo docet, il quale per Juric e Mourinho farebbe qualsiasi cosa. In questo caso anche per la Roma.