Da un lato ci sono le parole ufficiali. Dall’altro tutto il contesto e i dati oggettivi che vi ruotano attorno. E’ inutile girarci troppo: l’acquisizione formalizzata ieri dell’Everton da parte dei Friedkin ha rimesso in discussione la centralità del progetto Roma nei pensieri della famiglia americana. Vero, nel comunicato stampa diffuso nella serata di lunedì più di un passaggio è stato riservato alle rassicurazioni verso l’ambiente giallorosso in merito al mantenimento degli impegni presi. Anzi, viene detto perfino di più con concetti importanti circa il futuro della Roma sui quali ritorneremo più avanti in questo articolo.
Di contro però ci sono tutta una serie di fatti oggettivi che è impossibile non tenere in considerazione. A partire dal terremoto che ha travolto l’organigramma societario (e alle scelte che si stanno preparando per gestirne il prossimo futuro), fino a quanto successo con l’esonero di De Rossi. In ultimo la contestazione andata in scena domenica e la decisione, anche quella a sorpresa, di prendere un allenatore “a tempo” come Juric. A completare il quadro c’è la questione stadio: sebbene l’iter stia andando avanti, nei fatti non discutiamo ancora del progetto definitivo. Questo però nella Capitale, perché invece per l’Everton il nuovo impianto sarà pronto la prossima estate. E questo pure potrebbe avere un ruolo centrale nella partita che si sta giocando.
Tre indizi fanno una prova? Per Repubblica i Friedkin meditano la cessione del club
I Friedkin dunque sono intenzionati realmente a cedere la Roma? Tre indizi possono fare una prova mai come in questo caso. Primo: come detto l’acquisizione dell’Everton, costata alla famiglia americana si stima tra i 600 e i 750 milioni. Secondo: le scelte ‘conservative’ nell’organigramma della Roma. Tanto per l’allenatore, quanto per il dopo Lina Souloukou (si va verso la promozione di una figura interna, leggi qui le ultime), tutte a tempo e non – sulla carta – di prospettiva. Terzo: come sottolinea il quotidiano romano, ci sono i legami con l’Arabia Saudita che lascerebbero presupporre ad una possibile trattativa con gli Emirati per cedere il testimone.
A guidare il possibile affare, in tal senso, potrebbe essere la figura di Eric Williamson, uomo di fiducia della famiglia texana (nonché vice presidente del Business development del Gruppo Friedkin) e che avrebbe avuto un ruolo anche nell’addio dell’ex CEO romanista. Tutto, insomma, lascerebbe presupporre ad una volontà dei Friedkin di fare “armi e bagagli” da Trigoria con destinazione Inghilterra. Ma sarà davvero così?
Il secondo scenario per la Roma: i Friedkin restano e anzi rilanciano
Per contro, come detto in apertura, ci sono tutta una serie di passaggi che, almeno apparentemente, lascerebbero ipotizzare uno scenario diametralmente opposto. Sì perché dal comunicato stampa diramato ieri dalla proprietà americana tutto si potrebbe immaginare fuorché una vendita imminente della società. Questo non significa chiaramente che non potrebbe succedere, figuriamoci, specie con una famiglia che ha dimostrato, nel calcio e con la Roma, di essere pronta a tutto. Anche a prendere decisioni improvvise e clamorose dal giorno alla notte.
Come cronisti sportivi tuttavia non possiamo non tener conto di quanto viene alla luce, specie se si tratta di dichiarazioni ufficiali. Ebbene, ieri Dan e Ryan a questo proposito hanno ribadito che “l’acquisizione dell’Everton non modifica in alcun modo il nostro impegno verso la Roma“. “Al contrario” – si legge nella nota – “la sinergia tra i club potrà portare solo vantaggi alla Roma“. I Friedkin però vanno anche oltre parlando di “inizio di un progetto strategico pluriennale pensato per riportare la Roma ai vertici del calcio europeo“. Altro che vendita dunque, verrebbe da pensare.
A tutto Friedkin: Everton, Roma e campagna acquisti giallorossa. Voci di una cessione infondate?
I Friedkin tornano quindi sull’Everton: “Ogni club del nostro portafoglio opera indipendentemente, e la Roma rimane al centro delle nostre ambizioni calcistiche“. Quindi il messaggio rivolto ai tifosi: “Potete stare tranquilli, il nostro impegno in termini di tempo, risorse ed energie verso la Roma non sarà ridotto. Il nostro obiettivo è chiaro: vedere la Roma competere costantemente ai più alti livelli del calcio europeo”.
Ribadiamo. Tutto questo può non significare nulla. Ciò nonostante c’è solo un dato che “stona” fin qui e si colloca esattamente a metà tra gli scenari che vi abbiamo descritto: ovvero l’investimento, importante, fatto in estate sul calciomercato, superiore ai 100 milioni. Perché una società prossima alla cessione dovrebbe spendere così tanto sull’aspetto tecnico? I Friedkin, non a caso, hanno ribadito anche questo passaggio nel loro comunicato. Per conoscere il futuro della Roma allora non ci resta che attendere i prossimi sviluppi.