“Roma è la sua gente” recitava uno striscione in Curva Sud durante la partita con l’Udinese. Dalle parti di Trigoria, in questo momento, ci sono due anime. Una in perenne dissenso: quella dei tifosi che vogliono risposte sul futuro senza più errori di valutazione. Un progetto credibile e sostenibile senza dover rimettere tutto in discussione ogni inizio stagione.
L’altra, quella di dirigenti e addetti ai lavori, colma di dubbi ma con una sola certezza. Bisogna andare avanti tenendo la rotta ben presente. L’obiettivo resta il nuovo stadio e l’espansione del brand Roma, questo impone anche una diversa consapevolezza riguardo al progetto tecnico. Ivan Juric è l’immediato futuro della Roma, ma subito dopo occorre pensare a un’evoluzione.
I Friedkin non vogliono ricadere nella sequela di meccanismi che hanno visto De Rossi diventare prima traghettatore e poi leader sulla panchina. Senza la minima metabolizzazione e progettualità. Vietato sbagliare, perchè altrimenti il risultato sarà soltanto un’altra ferita aperta nel cuore della gente. E, in termini economici, i Friedkin un’altra contestazione non possono permettersela.
Il punto sui biglietti invenduti per le partite di coppa la dice lunga. Il lavoro dei giallorossi, partendo da proprietà e dirigenti, deve cominciare con nuove certezze in grado di far innamorare nuovamente i tifosi. Il pubblico continua a seguire la squadra, ma è sfiduciato. La fiducia, e quindi la credibilità, torna con la programmazione e operazioni ponderate.
L’addio di Lina Souloukou apre a nuovi scenari interni: via l’allenatore, via il CEO, anche il DS è in bilico. Tutte figure da sostituire per una “nave” da riportare in mare aperto. Rifondazione che dovrebbe avvenire per gradi. In primis con un nuovo CEO: il sostituto di Lina Souloukou con tutta probabilità dovrebbe essere Lorenzo Vitali.
Avvocato nelle file romaniste molto stimato dal club, conosce l’ambiente meglio di chiunque e potrebbe dunque suggerire anche nuove figure che possano affiancarlo. Insomma un referente che conosce il territorio e lo vive direttamente, aspetto su cui la Souloukou era fortemente carente. Un valore aggiunto dal punto di vista delle scelte economiche: i bilanci della società parlano chiaro, ma in termini di gestione risorse umane non ha interpretato la mission societaria.
Vitali potrebbe riuscirci. Anche perchè parallelamente c’è la questione stadio da portare avanti. Lina Souloukou aveva parlato con il Sindaco Gualtieri e c’era stata una forte accelerata sul tema, portando i lavori e la progettualità della struttura in avanti. Posare la prima pietra a Pietralata, oggi, non è più utopia. Vitali dovrà riprendere in mano i fili di questa matassa evitando complicazioni.
Poi, a seconda di come andrà la stagione, si valuterà la nuova guida tecnica. Un passo alla volta. La Roma, ora, è impegnata ad uscire dalla tempesta. Una volta tornato il sereno, che vuol dire almeno arrivare in Europa, sistemerà tutti i pezzi del puzzle. Vitali dovrebbe essere il primo tassello affinché gli altri incastri possano avvenire con relativa facilità. I Friedkin ripartono dal territorio e, a Roma, Lorenzo Vitali sembra avere ottime credenziali. Anche e soprattutto perchè, nella Capitale, non è un estraneo.