Dopo la diffusione di alcuni retroscena che hanno riguardato le “storie tese” tra Lina Souloukou e Daniele De Rossi, appare ormai chiaro che le ragioni delle dimissioni della ceo greca non siano solo da ricercare nelle minacce ricevute la scorsa settimana dopo aver messo alla porta il tecnico di Ostia.
Secondo quanto riferito dal Messaggero, l’operato della dirigente era già finito sotto la lente di ingrandimento della proprietà che non aveva gradito il modo con cui era stato gestito il caso Dybala e la mancata cessione di Nicolò Zalewski.
Pare che una delle mosse adottate dalla Souloukou dopo il pareggio tra Genoa e Roma (arrivato in extremis) non sia piaciuto affatto ai Friedkin e nemmeno alla squadra. La ceo infatti avrebbe convocato una rappresentanza della squadra, escludendo però alcuni senatori come Mancini, Pellegrini, Paredes e Dybala.
La Souloukou avrebbe chiesto ai giocatori chiamati a rapporto, le ragioni della prestazione negativa di Genova. Avrebbe escluso dall’udienza quegli elementi ritenuti troppo “vicini” all’allenatore. Insomma, sarebbe stato fatto un tentativo per spaccare la squadra anche per fare terra bruciata attorno all’allenatore.
Si sapeva da tempo che i rapporti tra la dirigente e l’ex allenatore non erano idilliaci anche per alcune questioni inerenti il calciomercato. Il tecnico di Ostia non avrebbe gradito alcune operazioni di mercato e alcune decisioni che la dirigenza si era assunta senza consultarlo. Ovviamente trattandosi di indiscrezioni giornalistiche e non essendoci stata alcuna conferma da parte dei soggetti interessati, queste vicende vanno sempre trattate e valutate con la giusta cautela.