Non si spiega. Proprio come il claim che apriva la campagna abbonamenti della scorsa estate. Sembra passata una vita eppure sono trascorse solo poche settimane. Il punto di rottura, in un clima idilliaco, è stato l’esonero di De Rossi che ha generato una vera e propria ribellione del tifo giallorosso.
Tutto l’amore che era stato messo in 40mila sottoscrizioni esaurite in poche settimane è tornato indietro al termine di una mossa inattesa vissuta da moltissimi come un tradimento. In special modo dopo l’arrivo di Juric. Togliere un simbolo di Roma per concentrarsi su una scommessa, dopo appena 4 giornate.
Juric, in conferenza stampa, ha detto che la Roma è la squadra più grande che abbia mai allenato. Per questo i tifosi lo vedono come un tradimento prima e un passo indietro poi. Allora arretrano anche loro: 40mila abbonati pronti a lasciare lo stadio se necessario. Non tutti insieme. I RomaClub, intanto, contro l’Udinese entreranno mezz’ora dopo il fischio di inizio allineandosi con la protesta della Curva Sud.
Per quasi tutto il primo tempo solo silenzio nella parte più calda delle mura amiche dei giallorossi. Un clima da porte chiuse a porte aperte. Non sarà soltanto per una partita. Infatti il resto delle iniziative prevede che, durante le partite casalinghe, chi non è abbonato non prenda più i biglietti per andare allo stadio in segno di protesta.
Naturalmente non aderiranno tutti gli appassionati, ma una buona parte è pronta a toccare i Friedkin dove accusano maggiormente: negli incassi. I soldi degli abbonati sono già stati incassati e in parte spesi, ma tutto il resto – ovvero gli acquisti dei cosiddetti tifosi occasionali – rischia di saltare. Guadagni in drastico calo che influiranno anche sugli sponsor: gli spalti vuoti o quasi non piacciono ai partner che sono pronti a rivedere le trattative per la pubblicità con la società giallorossa.
Un effetto domino che non si placherà tanto facilmente. Per la partita contro l’Udinese sono stati aperti anche i settori distinti nord-ovest, per avere più presenze, una decisione presa prima della recente rivoluzione interna. Nella speranza, all’epoca quasi certezza, che entrassero più persone allo stadio.
Doveva essere una muraglia giallorossa: oggi, dopo l’addio di De Rossi, sono stati venduti al massimo 200 biglietti. Arrotondando per eccesso. Cifre irrisorie. Tutto l’amore che il tifo giallorosso aveva dato – a scatola chiusa – se lo sta riprendendo. Se per i Friedkin non è esclusivamente una questione di cuore, presto diventerà soprattutto una questione di marketing. E gli scenari sembrano essere ugualmente compromettenti. Il dopo De Rossi, alle porte dell’Olimpico, è appena cominciato.