L’ambiente Roma è rimasto sbalordito dalla decisione della dirigenza di esonerare Daniele De Rossi che non è arrivata subito dopo Genoa-Roma ma il mercoledì successivo mentre il tecnico di Ostia stava preparando il campo per la seduta di allenamento.
“Interesse della squadra” è stato scritto nella nota del club con cui si comunicava il suo sollevamento dall’incarico e proprio per questo Mancini e Pellegrini avrebbero richiesto un colloquio con la dirigenza perché quando lunedì la società aveva chiesto singolarmente ad alcuni giocatori se appoggiassero ancora De Rossi la risposta era stata positiva all’unanimità. E allora quale interesse della squadra?
I risultati non possono essere una motivazione valida per prendere una decisione così drastica: 4 punti in 4 giornate è vero, ma un mercato tardivo, la sosta delle Nazionali hanno fatto rallentare anche gli altri club e la Roma era reduce da un pareggio con la Juventus allo Stadium ed uno al 96′ al Marassi, dove anche l’Inter, Campione d’Italia, aveva faticato.
Una società che sta così attenta alle finanze, interessata al business e a fatturare perché ha fatto un contratto triennale a De Rossi da 10 milioni netti complessivi per poi esonerarlo dopo appena 4 giornate e dover reinvestire sul mercato?
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Sembrerebbe che Ivan Juric era già previsto da Lina Souloukou ma non avrebbe potuto non rinnovare De Rossi a fine stagione dopo che aveva portato a casa i risultati richiesti: la Curva Sud non gliel’avrebbe perdonato e la campagna abbonamenti sarebbe stata fallimentare.
Forse dai conti fatti comunque è stato meno dispendioso compiere questa mossa. Eppure Juric ha seguito prima la partita del Genoa e poi quella dell’Udinese, entrambe prossime avversarie della Roma come se stesse già studiando pronto al suo nuovo ruolo e il mercato, che non ha accontentato troppo De Rossi ancora in cerca di modulo con i giocatori che gli erano stati messi a disposizione, era invece cucito a pennello sulle idee del tecnico croato.
Chi è Beppe Riso?
Ma la figura cruciale di tutto questo affaire sarebbe Giuseppe Riso, procuratore sempre più di spicco considerato il nuovo Raiola.
Guarda caso il giovane manager ha come clienti Palladino e Juric, il primo richiesto e voluto dalla Souloukou già questa estate ma, come abbiamo già supposto, una scelta così prematura avrebbe creato scompiglio nella campagna abbonamenti.
Il portafogli di Beppe Riso ora vale 335 milioni e ha ben 88 figure da gestire nel panorama calcistico: ha iniziato la sua carriera da giovanissimo ma prima di emergere nel mondo del calcio si è spesato facendo il cameriere a Milano dove ha conosciuto Adriano Galliani che lo avrebbe instradato nell’ambiente.
Giuseppe Riso è una figura a cui Lina Souloukou si appoggia continuamente. Gestisce i profili di Mancini, Cristante e Baldanzi ed ora anche del nuovo allenatore giallorosso.
Forse erano queste le cose che si nascondono dentro Trigoria di cui Francesco Totti parlava.