Il cammino di Ivan Juric alla Roma inizia in salita, c’è poco da fare. In primis perché il suo nome non ha scaldato la piazza, anzi. Del resto perfino per la società non era la prima scelta. In secondo luogo perché dovrà conquistarsi la fiducia di una squadra che era contraria all’esonero del suo predecessore. E infine perché l’ex Torino dovrà vincere la sfida più importante di tutte, quella con sé stesso: dimostrando cioè di essere all’altezza di un grande club come quello giallorosso dato che fin qui la carriera mai lo aveva portato così in alto. E’ stato detto e ridetto: Juric è alla sua prima panchina di spessore e in Serie A non è mai arrivato oltre il nono posto. Non solo. Pesa anche, sulla carta, l’inesperienza al livello Europeo considerando che il tecnico croato non è mai uscito dai confini del nostro Paese. Ma c’è sempre una prima volta, ovviamente.
E’ evidente però che sono in tanti ad oggi a non capire, almeno per il momento, come la scelta della società si possa sposare con la volontà di “poter riprendere prontamente il percorso auspicato” (citando il famoso comunicato della Roma di mercoledì scorso). Sì perché nel “male” causato dall’addio traumatico di De Rossi, in molti, a quel punto, avevano sperato in ben altro per la panchina. Toccherà allora a Juric disattendere i pronostici: nel calcio funziona così. Contano solo i risultati. E dovrà essere bravo lui a sovvertire ogni previsione che sembra già scritta. Oltre però che alla carriera, così come al suo carattere (non certo dei più docili), ulteriori perplessità emergono sul come l’attuale rosa giallorossa possa sposarsi con i dettami tattici che l’allenatore predilige. Proviamo a fare il punto.
L’allievo di Gasperini sul banco di prova più importante: l’obiettivo? Smentire tutti
Grinta, nervi, qualche uscita sopra le righe. Di certo, provando a ragionare a mente lucida, quantomeno è lecito attendersi una Roma che combatterà su ogni pallone. Come emerso però sin dal momento del suo annuncio, qualche dubbio ad oggi riguarda la compatibilità di molti elementi con quella, sempre teoricamente, che è la sua idea di calcio. Anche ripartendo dalla sua ultima esperienza a Torino. Chi infatti è in grado in questa Roma di portare avanti una filosofia di gioco fondata sul pressing a tutto campo e sulla fisicità piuttosto che su estro e fantasia?
A dire la verità pochi, forse tre o quattro elementi. Senza trascurare il fatto che, ipotizzando un suo arrivo a giugno, anche la preparazione atletica si sarebbe stata svolta in modo differente rispetto a quanto fatto con De Rossi. La prima sfida che Ivan Juric, scuola Gasperini, dovrà vincere è dunque proprio questa: calare il suo vestito tattico sugli interpreti a disposizione, che sono comunque di livello sicuramente maggiore rispetto a quelli allenati fino a ieri. Ma se il “sergente” vorrà diventare grande, compiendo il famoso salto di qualità, non potrà certo fermarsi di fronte a questo ostacolo. Se alleni a quei livelli, del resto, devi essere in grado di gestire qualunque tipo di rosa. Che Roma vedremo dunque già a partire da domenica? La curiosità, così come le aspettative, crescono di ora in ora.