De Rossi, piove sul bagnato: il momento no (oltre il calcio)

Il giornale Open ricostruisce l’annata da dimenticare – o quasi – dell’ormai ex tecnico della Roma. E non c’è solo l’esonero arrivato mercoledì

Luca Mugnaioli -
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De Rossi
I PENSIERI DI DANIELE DE ROSSI – (FOTO DI SALVATORE FORNELLI) RomaForever.it

L’anno horribilis di Daniele De Rossi. Eppure, almeno dal punto di vista professionale, non era iniziato male, anzi. L’arrivo sulla panchina giallorossa aveva ridato gioia e speranza al popolo giallorosso frastornato dalla separazione, traumatica, con Mourinho. Il campo, almeno all’inizio, gli aveva dato ragione: i successi, le gioie in Europa League, e quell’entusiasmo ritrovato e donato a chi pensava di aver buttato una stagione e invece si era ritrovato a lottare ancora per i traguardi che contano. Dopodiché, purtroppo, come un bel sogno che finisce, è finita anche l’ascesa della Roma targata De Rossi che ha pagato anche una prima parte di stagione non brillante. E non certo per colpe sue.

La sensazione però è che in fin dei conti fosse proprio lui il nome giusto per avviare il nuovo corso giallorosso. E dovevano esserne convinti anche i Friedkin visto che gli avevano proposto un triennale. E Daniele aveva detto sì, ancora una volta. Non tirandosi indietro di fronte alla sua Roma. In estate però sono tornati i problemi, con un sali e scendi di emozioni degno di un film: prima le ombre (un mercato partito in ritardo dopo tantissimi addii eccellenti e una rosa ridotta all’osso), poi anche le luci, con gli arrivi di Soulé e Dovbyk ad esempio, quindi nuovamente i problemi con il caso Dybala. Infine è arrivato il campionato. E purtroppo De Rossi non è riuscito ad ingranare subito.

De Rossi: un anno (quasi) da dimenticare

De Rossi Friedkin
De Rossi non è più allenatore della Roma (RomaForever.it)

Arriviamo così all’epilogo dell’altro ieri. Ovviamente gli scarsi risultati in campionato (3 punti in 4 gare) da soli non bastano per giustificare un provvedimento così drastico preso dai Friedkin. Le ragioni vanno cercate altrove. Dai rapporti tesi con la CEO Lina Souloukou (che sarebbe stata contraria alla sua riconferma sin dall’inizio) alla famigerata intervista di Totti, fino ad arrivare al caso Dybala e a quello relativo a Zalewski. Insomma, se ne sono dette tante e tante altre se ne diranno anche nei prossimi giorni.

La sostanza però non cambia: De Rossi non è più l’allenatore della Roma, il resto conta poco. Ma se le cose dal punto di vista calcistico non sono andate per il verso giusto a DDR quest’anno, anche il resto delle sue attività, come ricostruisce il sito Open.online, non se la passerebbero meglio. Gli investimenti extracalcistici dell’ex tecnico giallorosso non starebbero dando infatti i risultati sperati: una delle sue società di cui faceva parte insieme ad altri ex calciatori è stata chiusa, e altri asset (e-sport, musica fino alla gestione di altre società) non starebbero andando come sperato. Come si dice. Piove sul bagnato.