La vicenda De Rossi ha sconvolto tutti. E non per l’esonero in sé che nel calcio, ovviamente, ci può stare. Quanto, piuttosto, per le modalità con le quali si è consumato. Vero, De Rossi era comunque finito in discussione ma non a tal punto da prefigurare questo brusco epilogo, peraltro giunto dopo appena quattro giornate. E invece tanti saluti e arrivederci. Il calcio è spietato, si sa, ma non fino a questo punto, verrebbe da dire, specie se di mezzo c’è un pezzo così importante della storia giallorossa. Uno che per la Roma ha rinunciato a tutto. E che nel momento del bisogno aveva risposto presente.
Anche per questo un intervento della società, pubblico, davanti a tifosi e stampa, era quantomeno doveroso. Ma del resto la linea dei Friedkin in tema di comunicazione è questa: prendere o lasciare. De Rossi aveva accettato anche questo, sebbene poi abbia finito per fare avverare la profezia che Totti aveva preannunciato. “Farà la fine di Mourinho, è un parafulmine”, detto, fatto. A maggior ragione, però, era ed è necessario più che mai spiegare ai tifosi qual è la direzione che sta prendendo il nuovo corso romanista. Perché non è possibile passare da Mourinho a De Rossi in nove mesi è far finta che vada tutto bene. No, qualcuno deve dare qualche spiegazione.
A questo proposito ci sentiamo di sposare, ri-condividendolo, il pensiero del Roma Club Montecitorio diramato nelle scorse ore alla luce di quanto successo con l’esonero di De Rossi prima, e con la decisione successiva di ingaggiare Juric poi. A prendere parola è stato Paolo Cento, presidente dell’Associazione.
“Siamo amareggiati e soprattutto preoccupati per il futuro della As Roma. Alla società, ai suoi vertici e alla proprietà ora chiediamo di metterci la faccia e spiegare ai tifosi e agli appassionati giallorossi le scelte fatte, i progetti e gli obiettivi immediati”
Un concetto chiaro: la proprietà, che ha tutto il diritto di prendere le decisioni che preferisce, quantomeno abbia il coraggio di spiegarle alla tifoseria. Ovvero a quella parte fondamentale del calcio senza la quale – spesso ce ne dimentichiamo – questo sport non avrebbe ragione di esistere.
E invece, per il momento, la linea dei Friedkin non è cambiata. Anche dopo l’esonero di De Rossi nessuno della società ha preso la parola per chiarire il momento particolarmente complesso che sta vivendo la Roma: c’è un allenatore che rimarrà sotto contratto per i prossimi tre anni e al quale, a parole, era stato affidato il progetto di rifondazione societario. Dopodiché tutto è finito dopo appena quattro partite.
Perché? Cosa è successo davvero? E se con DDR quantomeno era stata data una speranza alla tifoseria dopo la ‘cacciata’ di Mourinho adesso la scelta di puntare su Juric (anche se il croato non era il prescelto) non ha incontrato lo stesso favore tra la tifoseria. Giusto dunque riconoscere i meriti alla proprietà per i soldi investiti e per lo stadio che si vuole realizzare ma ricordiamoci che il pallone è soprattutto la gente che va ogni domenica a tifare. La stessa gente che ora, legittimamente, chiede soltanto di sapere i motivi dietro al caos che sta succedendo e quali sono le aspettative che devono nutrire da qui in avanti. Affinché il “sacrificio” di De Rossi non sia stato vano…