Siamo tutti DDR. La Curva Sud appare compatta e senza remore. Il settore del maggiore tifo giallorosso è pronto a fare la voce grossa per dare una dimostrazione concreta di sdegno dopo i fatti delle scorse ore. L’esonero di De Rossi e l’ingaggio di Juric sono due gocce – amare – che hanno fatto traboccare il vaso all’interno di giornate che definire tese resta un eufemismo.
De Rossi, secondo la Curva Sud e non solo, rappresenta il simbolo di romanismo e romanità che serviva a questa squadra (e società) per ripartire nella stessa direzione. I dirigenti giallorossi hanno preferito lo strappo. Un addio che fa male, anche per via delle recenti parole di DDR (“Stavolta alla Roma non torno più”), e non può essere metabolizzato come una normale scelta tecnica.
Secondo gli ultras, in questa gestione a stelle e strisce di normale non c’è più nulla. Lo faranno sentire. Durante Roma-Udinese, la Curva Sud non offrirà il suo consueto spettacolo. Niente inno con le sciarpe al vento: nessun coro, nessun incitamento. Almeno per la prima mezz’ora. Tutto spiegato in un comunicato sui social: “È arrivato il momento di farci sentire”.
Questo l’annuncio dei tifosi più caldi. La voce del silenzio. Un vero e proprio ammutinamento, parziale, che spera di fare più rumore di tante parole. L’appuntamento è alle ore 18.00 fuori i cancelli dell’Olimpico. Roma-Udinese sarà il primo atto di un confronto acceso, quasi un braccio di ferro, tra tifoseria e società. Ormai gli ultras sperano soltanto che la società giallorossa passi di mano.
Anche se, parola di Lina Souloukou, allora figura finita sul banco degli imputati, la Roma non è in vendita. Nemmeno i sentimenti. Questo il messaggio della Curva Sud che tra tre giorni si farà sentire nel modo più assordante, quello che causa il maggior disprezzo. La noncuranza.