In questo inizio di stagione tormentato per la Roma ci sono alcune questioni legate ad alcuni giocatori importanti arrivati in estate ma che fin qui non sono riusciti ad incidere. In effetti, c’è da dire, i grandi colpi del mercato giallorosso hanno deluso molto in queste prime uscite stagionali, è un dato di fatto. Perfino Dovbyk, che pure un gol l’ha segnato domenica scorsa (ma in altre occasioni poteva fare decisamente meglio), è apparso lontano dal bomber spietato ammirato lo scorso anno in Spagna.
Insomma, De Rossi è alle prese con più di una grana al livello tattico, anche perché le scelte operate in questo inizio di campionato non hanno dato i risultati sperati. O almeno non fino in fondo. Paradossalmente le uniche risposte positive le ha date un giovanissimo, Pisilli, che pian piano, in sordina, si sta ritagliando un ruolo in questa squadra. Ma non era certo su di lui che il club voleva costruire la squadra da Champions. Chiaramente è da altri calciatori che ci si aspetta il salto di qualità. E uno di questi era ed è Matias Soulè.
In principio era Chiesa. Poi era toccato a Matias Soulé. E piano piano i tifosi, e anche noi, ci eravamo convinti che l’argentino, in prospettiva, potesse essere un colpo perfino migliore. E ne siamo ancora convinti. Classe, dribbling, e un’intera carriera davanti: insomma, c’erano – e ci sono tuttora – i presupposti per rivedere anche all’Olimpico le prodezze del ‘folletto‘ tanto ammirato a Frosinone lo scorso anno. I romanisti del resto gli avevano riservato un’accoglienza degna di un grande campione, anche maggiore di quella messa in atto per Dovbyk. I fatti però per adesso stanno facendo sbiadire un po’ tutto questo.
Sì perché nelle prime tre giornate di campionato, che Soulé ha disputato tutte o in parte, l’esterno non ha inciso sulla gara eccezion fatta per qualche lampo rimasto tuttavia troppo isolato. E arriviamo alla stretta attualità. Nell’ultima trasferta di Genoa, terminata col pareggio beffa dei padroni di casa, l’argentino non è sceso in campo nemmeno per un minuto, neanche quando, teoricamente, il suo ingresso avrebbe potuto alleggerire la pressione dei rossoblù che stava crescendo soprattutto nella ripresa. E invece, l’attaccante è rimasto in panchina.
Ovviamente non è la singola partita a destare preoccupazione perché nell’arco di un campionato la rotazione ci può anche stare. Il problema per Soulé adesso, semmai, è legato al cambio modulo. Sì perché se è vero che la difesa a tre fornisce maggiore equilibrio alla squadra, è altrettanto evidente come l’attaccante sia di difficile collocazione nel 3-5-2. Al massimo potrebbe giocare come sottopunta, ruolo però occupato in questo momento da Dybala.
Del resto De Rossi lo aveva detto alla vigilia di Empoli Roma: la coesistenza dei due argentini non sarebbe stata semplice (l’idea maturata dalla Roma probabilmente era quella di farlo giocare al posto della Joya sicuri che Paulo sarebbe alla fine andata via), figuriamoci ora che, come sembrerebbe, DDR ha deciso di rinunciare al tridente d’attacco. Quale sarà dunque il prossimo futuro di Matias Soulé? La partita con l’Udinese ci darà ulteriori indicazioni in merito. E se l’argentino dovesse rimanere un’altra volta fuori dal match qualche riflessione dovrà essere obbligatoriamente fatta.