De Rossi ha sempre detto di essere un allenatore con molta pazienza. Il riferimento era al mercato e al progetto Roma che, in estate, sembrava essere fermo. Sono arrivati, invece, 12 nuovi elementi rispetto alla scorsa stagione. Tasselli che, attualmente, DDR deve assemblare. I conti sembrano non tornare dopo appena 4 giornate.
Zero vittorie, pareggi stentati e problemi. Il tecnico ha detto che la classifica ancora non va guardata, ma i paragoni cominciano a essere fatti. La Roma con Luis Enrique è arrivata settima e aveva davanti a sè tante aspettative: esattamente come la Roma di De Rossi. Il tecnico spagnolo, arrivato dal Barcellona B, era considerato da molti ancora troppo acerbo. Eppure la squadra c’era: erano arrivati nello specifico Bojan Kirkic, etichettato come il nuovo Messi, Stekelenburg, Miralem Pjanic, Josè Angel e Lamela.
Colpi sulla carta interessantissimi, come ha dimostrato successivamente la storia del calcio, ma che hanno fatto fatica gestiti dall’allenatore spagnolo. Al suo posto, l’anno successivo, arriva Zeman: dalla padella alla brace, per quanto riguarda gioco e risultati, ma questa è un’altra storia. Tornando a Luis Enrique e la voglia di costruire gioco, quello che ha rovinato “el projecto” – com’era solito definirlo l’allenatore – è stato il peso delle aspettative.
I risultati non sono arrivati in maniera netta. La Roma è finita a metà classifica, arrivando a giocare male Derby e preliminare di coppa. Una serie di partite sbagliate, come le sconfitte di Firenze e Lecce, hanno intaccato un cammino che poteva dare molto. Luis Enrique la sua fortuna l’ha fatta a Barcellona, ma ha anche saputo plasmare – nel marasma romano – una personalità come Daniele De Rossi.
Lo escluse da una stracittadina per aver fatto ritardo di un minuto agli allenamenti. Oggi DDR prende le stesse decisioni, con motivazioni diverse, e viene attaccato per risultati e scelte di formazione che apparentemente non pagano. Servirebbero pazienza e fiducia, ma nel calcio di oggi restano un lusso.
Bene che la Roma, dopo più di 100 milioni spesi sul mercato, forse non può più permettersi. La Roma di De Rossi aspetta un cambio di atteggiamento e, magari, qualche credito in più. La storia insegna che, anche quando le cose non vanno, dare per spacciato un ideale di gioco e atteggiamento sportivo è sempre controproducente. Luis Enrique docet.