De Rossi come Mourinho: i Friedkin fanno lo stesso erore

Anche stavolta l’allenatore, come accaduto con lo special one, sta attirando su di sé tutte le critiche dovute alla falsa partenza in campionato. Ma la società, almeno in quest’aspetto, sta continuando a sbagliare: la nostra opinione

Luca Mugnaioli -
Tempo di lettura: 3 minuti
De Rossi Ghisolfi
De Rossi lasciato solo, Ghisolfi dove sei? – (RomaForever.it)

Spezziamo una lancia a favore di Daniele De Rossi. Chiaro, parte delle responsabilità del momento complicato che sta vivendo la Roma è anche sua, ma non è possibile ogni volta prendersela esclusivamente soltanto con l’allenatore. E’ vero che nel calcio, per forza di cose, specie a stagione in corsa, se le cose vanno male può essere soltanto la testa del mister quella a “saltare”. Ma quantomeno una società forte ha il diritto e il dovere di proteggere il suo allenatore fin dove possibile. Anche mediaticamente.

A Roma invece è un dato di fatto che i Friedkin non si siano mai esposti troppo pubblicamente, un aspetto quest’ultimo sottolineato anche da Francesco Totti nella sua ultima, chiacchieratissima intervista. Nemmeno quest’anno che sulla rosa è stata compiuta una vera rivoluzione c’è stato un Dirigente che si sia preso la briga di spiegare le strategie e le mosse societarie che si stavano mettendo in atto. Niente, di niente. Figuriamoci che persino i calciatori non sono stati “presentati” nel modo canonico adottato dalle altre società. E poi: che fine ha fatto Ghisolfi? Un’ombra fin qui, oseremmo dire. Tutto questo però, alla lunga, finisce per ritorcersi contro all’intero ambiente.

I Friedkin non parlano: mai come ora però servirebbe la voce della società

De Rossi deluso
De Rossi deluso dopo il pareggio del Genoa – Foto Ansa. Romaforever.it

Trigoria, lo dicono praticamente tutti, è diventato sotto questa seconda gestione americana una sorta di ambiente a “compartimenti stagni“. L’unica figura con cui è possibile parlare di fatto è soltanto il tecnico, in questo caso De Rossi. DDR questo compito l’ha pure accettato. Con un rovescio della medaglia tuttavia: quello di essere diventato il “parafulmine” di tutto e tutti. Specie ora che le cose non stanno andando come dovrebbero. A lui, per mancanza di alternative, viene chiesto di tutto: dalle scelte di calciomercato, ai provvedimenti societari, ad argomenti che non dovrebbero toccare direttamente un allenatore. Purtroppo non c’è alternativa.

Tutti fanno riferimento a De Rossi: dal mercato al caso Zalewski

Perché infatti nessun componente della società è intervenuto, ad esempio, alla fine di Genoa Roma per sottolineare la pessima gestione arbitrale? Ma è soltanto l’ultimo di una lunga sfilza di episodi. E si torna di nuovo a De Rossi. C’è stato una sorta di imbarazzo, passateci l’espressione, nel doversi farsi carico di comunicare la decisione – non sua – presa su Zalewski, quando invece sarebbe stato più corretto far parlare direttamente il club. E invece no. “Non so cosa rispondere perché non ho deciso io, stai chiedendo alla persona sbagliata”, ha detto DDR sabato in conferenza stampa. E non ha torto.

Andiamo a ritroso. I giallorossi sono l’unico club in Serie A che non ha presentato la stagione al momento dell’inizio del ritiro; oppure che non ha svolto una conferenza al termine del mercato, anche per spiegare le idee alla base del nuovo corso intrapreso a luglio. Dicevamo poi dei vari calciatori giunti a Trigoria. Mai incontri aperti ai media, piuttosto soltanto parole affidate ai canali ufficiali societari. Per carità. Si tratta di scelte legittime. Ma che ora stanno alterando i giudizi sulla squadra perché l’unico a cui fare riferimento è sempre e solo l’allenatore. De Rossi come Mourinho? Speriamo di no. Ma quella profezia di Totti resta lì sullo sfondo.

La comunicazione: perché i Friedkin dovrebbero cambiare passo

Sono in tanti allora, alla luce di quanto visto, a chiedere una gestione sulla comunicazione diversa alla famiglia Friedkin. Va bene mantenersi defilati. Fino ad un certo punto. Servirebbe a nostro avviso una figura societaria in grado, soprattutto in questi momenti, di prendere in mano la situazione e spostare l’attenzione da giocatori e tecnico. Compattando l’ambiente di fronte agli attacchi esterni e difendendo, almeno per adesso, la decisione presa per quanto riguarda la guida tecnica nemmeno tre mesi fa. Tutto questo avverrà mai? Chissà…