I tre anni di Roma sono ormai un lontano ricordo, Tammy Abraham vuole dimenticare tutto e concentrarsi solamente sul Milan, col quale finalmente si è sbloccato trovando la prima rete della sua nuova avventura professionale col Venezia. Rossoneri che dilagano e lagunari costretti a registrare la terza sconfitta in stagione su quattro gare sin qui disputate.
Stavolta però c’è poco da fare, il Milan è troppo forte soprattutto con un Abraham così devastante negli ultimi 16 metri. Per la squadra di Eusebio Di Francesco è un’altra serataccia e la classifica inizia a complicarsi notevolmente. Meglio voltare pagina alla svelta e ricominciare a testa bassa, se la società gli lascerà il tempo neccessario per farlo.
Ma stavolta c’era poco da fare. Troppo forte questo Milan per le deboli resistenze dei veneti. Anche perché nelle fila rossonere, tra i giocatori più ispirati, c’era proprio l’inglese che da giorni scalpitava per prendersi le luci della ribalta. Arrivato al Milan nell’ultimo giorno di mercato dopo un lungo inseguimento, durato praticamente tutta estate, per Abraham essere nel capoluogo lombardo significa avere la grande occasione per scrivere importanti pagine della storia del calcio. E poco importa se la sua permanenza è legata ad un prestito secco, Tammy nel suo futuro vede solo rossonero e per questa ragione vuole convincere tutto l’ambiente a suon di prestazioni convincenti.
La prima di queste importanti chance l’aveva in notturna contro il Venezia, un’opportunità per far capire subito a Paulo Fonseca di aver scelto bene a puntare su di lui, premiandolo al centro dell’attacco titolare. La gara in realtà è poco più di un allenamento. Non a caso, dopo due giri di lancette il tabellone si aggiorna a nome Theo Hernandez. Il bis dopo un quarto d’ora con Youssouf Fofana, su tocco sottoporta a seguito di un calcio d’angolo. Il tris è gentilmente concesso da Christian Pulisic, con lo statunitense che si incarica di battere il rigore che spiazza Joronen. E finalmente, poco dopo, il poker firmato da Abraham prima della mezz’ora. Finirà 4-0.
Partita già in ghiacciaia siberiana nel primo tempo. La ripresa è semplice formalità. In tutto ciò, l’ex Roma Abraham è comparso in quasi tutte le segnature del Milan. Sul gol di Fofana è lui a deviarla di testa dal primo palo. Il rigore di Pulisic se l’è procurato anticipando il portiere sulla frittata dello stesso Joronen, che non trattiene la sfera. Con grande generosità lo lascia al rigorista prescelto.
Poi è sempre lui a sbloccarsi dagli undici metri, su rigore procurato stavolta da Rafa Leao per un pestone ricevuto in area. Servirà solamente il VAR per convalidarlo. Rincorsa con cambio di direzione annesso e occhi sempre fissi sul movimento del portiere. Palla da una parte, portiere dall’altra. Per Abraham inizia ufficialmente un nuovo campionato, un campionato del Diavolo…