Che sarebbe finita male probabilmente si poteva intuire da giugno, quando Zalewski – dal ritiro della Polonia – ha detto: “Sto lavorando con la Roma, ma non è escluso che si possano prendere strade diverse. La volontà di proseguire deve esserci da entrambe le parti”. I rapporti tra l’italo polacco e la Roma si sono raffreddati da quel momento.
I giallorossi non hanno mai puntato davvero su Zalewski, ma avrebbero preferito non ascoltare certe dichiarazioni. Dopo anni nella Capitale dove, al netto di alti e bassi, si è potuto mettere in mostra. Nessun rimorso da parte del giovane esterno che, al termine della parentesi europea, torna a Trigoria e si fa vedere voglioso di lavorare e contribuire al progetto.
De Rossi se ne accorge, il polacco è arrivato anche per primo al ritiro pre-campionato, e lo fa giocare. Lo prova anche in campionato, durante la prima giornata a Cagliari è protagonista persino di un errore tecnico che fa il giro della Rete. Cose che capitano e soprattutto che passano in secondo piano grazie all’annuncio – di lì a poco – della permanenza di Dybala a Roma.
Il mercato prosegue, Zalewski si allena e tutto sembra andare per il meglio: parte chiunque, compreso Bove che la tifoseria avrebbe tenuto, ma il giovane polacco resta. Fino a qualche giorno fa. Il Galatasaray si mostra interessato al ragazzo: c’è una prima offerta di 9 milioni. La Roma chiede di alzare la posta perchè la cifra non è ritenuta consona, un’offerta simile l’aveva fatta anche il PSV a inizio mercato, ma il calciatore aveva rifiutato la destinazione.
Servono – in questo frangente – almeno 12 milioni. I turchi vogliono chiudere a 10, ma i giallorossi tengono il punto e si può concludere a 11 milioni. Segue il nodo ingaggio: Zalewski vuole 2,5 milioni a stagione, per il Galatasaray sono troppi. 2 milioni ultima offerta. Il ragazzo si convince: la fumata bianca può arrivare, ma subito dopo cominciano i ripensamenti.
Zalewski si sente rinfrancato dalle prestazioni con la Polonia, Lewandowski – non uno qualsiasi – lo ritiene un giocatore fondamentale con parole al miele dopo le partite di Nations League. Allora l’esterno giallorosso tiene il punto: la Turchia non diventa più una priorità. Vuole restare a Roma, giocare e mettersi in mostra per cercare di accattivare altre squadre.
La trattativa salta. La Roma non ci sta. È un déjà vu e c’è di mezzo ancora una volta il PSV: la destinazione rifiutata da Zalewski, prima che facesse saltare la trattativa con il Galatasaray, è la nuova casa (per modo di dire) di Rick Karsdorp. Il quale è stato artefice con la Roma di una situazione simile: il calciatore non era ritenuto più fondamentale, viene messo sul mercato ma rifiuta ogni possibile destinazione.
I giallorossi lo mettono fuori rosa, ma l’esterno difensivo si ostina e fa saltare qualsiasi tipo di affare. Anche per lui sirene dalla Turchia, in particolare il Besiktas di Immobile aveva mostrato interesse, ma non è bastato. La Roma lo mette fuori rosa, ma il mercato non si ravviva. Unica strada rescissione del contratto. Subito dopo l’olandese si accorda con il PSV.
Tornando al presente: la Roma mette fuori causa Zalewski sperando di accelerare la trattativa, ancora in piedi, con i turchi. I giallorossi auspicano in un ripensamento del giovane polacco. Qualora non dovesse esserci, però, il rischio è quello di tenere un separato in casa. A meno che non si punti ulteriormente alla rescissione.
In entrambi i casi la Roma potrebbe perdere un altro incasso sicuro. 11 milioni non sono pochi, specialmente dopo le sanzioni arrivate dalla UEFA: per appianarle di milioni ne bastano due, con gli altri 9 la Roma può rimpinguare le proprie casse in attesa di altra liquidità. L’ultima parola spetta a Zalewski, ma la Roma vuole evitare un Karsdorp bis.