La Roma fa i conti con il mercato. I giallorossi fronteggiano i primi giorni di ripresa dalla sosta Nazionale per tirare una linea e ricapitolare quanto è stato fatto: a fronte dei 12 acquisti in entrata ci sono state anche cessioni importanti, Abraham al Milan (anche se solo in prestito) e Bove alla Fiorentina tra quelle più chiacchierate.
In particolare il secondo ha fatto molto rumore, l’ex centrocampista della Roma avrebbe voluto giocare di più ma De Rossi non gli ha garantito lo spazio richiesto. Questa certezza ha aperto la strada ai viola, ma anche a un altro tipo di consapevolezza. La “cantera” giallorossa ha un valore particolare: in tre anni la società giallorossa, vendendo soltanto i giovani, ha incassato 42 milioni totali.
Quanto un top player di primo livello. Tesoro inestimabile da tener in considerazione, ma non ci sono solo i soldi. I giovani dovrebbero essere un capitale (umano) su cui reinvestire per il futuro. Stando alle cifre per cui molti di questi sono stati venduti, il settore giovanile della Roma è tra i più prolifici. Non a caso De Rossi vuole investire su Pisilli, ma gli altri?
A parte Bove sono stati venduti Joao Costa per 7 milioni in Arabia, Tahirovic all’Ajax per 7,5 milioni, Volpato e Missori per 10 milioni, Faticanti al Lecce, senza contare Afena Gyan e Calafiori. Un tesoro che negli anni è maturato vendendo smistato un po’ alla volta. Nel caso del difensore dell’Arsenal c’è anche una percentuale sulla futura rivendita pari ad altri 8 milioni. Ultimo ma non per importanza: Frattesi, attualmente perno del centrocampo nella Nazionale Italiana e punto di riferimento nell’Inter.
A DDR alcune di queste cessioni non sono andate giù, altre le ha avvalorate: la mano del tecnico anche oggi è ben presente. Considerando che le nuove leve sono un valore su cui investire, ma anche una possibile merce di scambio sul mercato. I soldi non fanno la felicità, ma talvolta possono rappresentare una buona ripartenza: quella che serviva alla Roma.