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Roma, De Rossi alle prese con un gruppo davvero cosmopolita. Il focus

Per la prima volta nella sua storia la Roma ha un’organico dall’avvero eterogeneo: un gruppo davvero cosmopolita che può vincere se unito

Una Roma cosmopolita? La prima parentesi dell’anno dedicata alle nazionali sta per volgere al termine e tutti i giocatori della Roma impegnati con le rispettive selezioni sono rientrati a Trigoria o sono in procinto di farlo per preparare la sfida decisiva di domenica contro il Genoa. Non si può tornare a casa dal Ferraris senza i 3 punti…

Artem Dovbyk, Paulo Dybala, Leandro Paredes, e poi Zalewski, Shomurodov e via dicendo. Tutti, anche quelli non citati, torneranno alle dipendenze di Daniele De Rossi. Il quale quest’anno come non mai si deve rapportare con un gruppo davvero disomogeneo in termini di cittadinanza. La Roma sembra davvero il centro del mondo.

Roma caput mundi

Agli ordini di De Rossi c’è un organico che presenta ben 15 nazionalità diverse. Mai nel passato il gruppo giallorosso è stato così variegato in termini di lingue, culture e stili di vita. Una ricchezza che, se incanalata per il verso giusto, può davvero rendere Trigoria non solo un centro sportivo ma anche un polo culturale. E chi meglio di De Rossi, che parla inglese e spagnolo, può gestire senza filtri così tante nazionalità tutti assieme. Sarebbe difficile per chiunque! In questo probabilmente è aiutato dallo zoccolo duro dello spogliatoio, che grosso modo è composto da italiani. Tra loro il capitano.

PAULO DYBALA IN AZIONE – (FOTO DI SALVATORE FORNELLI) RomaF

Oltre a Lorenzo Pellegrini, ci sono Bryan Cristante, Gianluca Mancini, Steephan El Shaarawy, Tommaso Baldanzi e il giovane Niccolò Pisilli. Oltre al terzo portiere, Renato Bellucci Marin, che però rispetto agli altri ha il doppio passaporto: italiano e brasiliano. Sei italiani così come sei giocatori ispanici. Dybala, Soulé e Paredes, i sudamericani. Angeliño, Sangaré e Hermoso gli europei di Spagna. Un bel mix di storie e culture che non possono far altro che arricchirsi vicendevolmente attraverso lo scambio reciproco e la condivisione di esperienze. Tra i giocatori “europei” vanno annoverati anche Dovbyk (Ucraina), Çelik (Turchia), Hummels (Germania), Saelemaekers (Belgio), Dahl (Svezia) e i due francesi: Le Fée e Koné.

È una Roma cosmopolita…

Davvero un bell’assortimento di nazioni del Vecchio Continente. Ai quali si aggiungono gli extracomunitari, oltre ai già citati argentini. Dall’Africa c’è Evan N’Dicka, rappresentate della Costa d’Avorio. Dalla penisola arabica Saud Abdulhamid. Dal Medioriente Eldor Shomurodov (Uzbekistan), dall’Oceania Mathew Ryan (Australia). Un mondo in una squadra.

La Roma non è mai stata così cosmopolita come oggi e questo variegato assortimento deve prima trovare un’identità a sé stante se vorrà diventare un gruppo coeso. Perché forse è questo quello che è mancato ad inizio campionato: coesione. Una volta serrate le fila, e trovato un’anima cosmopolita a questa bellissima creatura, forse allora si potrà iniziare a vincere.

Giulio Benatti
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Giulio Benatti
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