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Roma, Abdulhamid se la ride: prova la terza maglia ma domenica vuole la prima…

L’esterno trasmette positività col suo sorriso contagioso, ma non vuole essere solo il testimonial della terza maglia

Di Saud Abdulhamid si sa ancora poco, visto che da quando è arrivato alla Roma Daniele De Rossi non l’ha degnato di una maglia da titolare nemmeno per sbaglio. E neppure di qualche scampolo di partita. Eppure lui era l’affare irrinunciabile, la soluzione low cost al mancato arrivo di Lorenz Assignon dal Rennes. Il competitor di Zeki Çelik, colui che avrebbe risolto i problemi della corsia di destra.

Nulla di tutto ciò per il momento. Il saudita rimane un oggetto misterioso dal potenziale – si vocifera forse a sproposito – impressionante. Passaparola a parte, difficile capire quanto un giocatore del genere possa spostare gli equilibri, servire alla causa. Il campionato di provenienza ha mediamente ritmi equiparabili ad una terza serie italiana. Ma noi rimaniamo fiduciosi.

Abdulhamid prova la maglia della Roma

Dobbiamo esserlo. Anche perché altrimenti non l’avrebbe schierato lo stesso Roberto Mancini al Dalian Suoyuwan Football Stadium di Pechino nella sfida tra Cina e Arabia. E la volta precedente ancora contro l’Indonesia, dov’è stato autore di una partita a dir poco pazzesca. Ma in quell’occasione non è partito dall’inizio, bensì subentrò poco dopo la mezz’ora di gioco. E una volta entrato si è preso subito le luci della ribalta, offrendo alla platea il pezzo forte del proprio repertorio: la progressione palla-al-piede. Quella che Çelik non ha ancora mostrato in questo spaccato d’inizio stagione.

Insomma, una volta messo piede in campo ha incendiato la fascia sinistra indonesiana, con progressioni e rapidità impressionanti. E per poco non incide sul risultato della sfida. Perché centra un palo di testa e in ultimo si trasforma nell’incarnazione saudita di Cafù e, seminando un difensore, offre al compagno la palla del match point… puntualmente sprecata. Partita che termina dunque in parità (1-1) e che non sposta gli equilibri di classifca in chiave qualificazione ai prossimi Mondiali. Ma tant’è. Almeno questo fantasmagorico Abdulhamid non è una nostra proiezione mentale. C’è, si nota, gioca pure bene…

Testimonial

Ora vediamo se anche in Italia non farà solamente la parte del testimonial di magliette, ma De Rossi gliela darà davvero una casacca da vestire in partita ufficiale. Anche perché la storia dell’operazione di marketing non lo aiuta, gli toglie credibilità, lo fa passare da promessa della Saudi Pro League ad una pedina dello sportswashing saudita.

E ok la storia del main sponsor Riyadh Season sulla maglia, 25 milioni di euro nelle casse della Roma fino al 2025, ma non di solo pane vive il tifoso, non di promesse mancate può convivere Abdulhamid. Ci vuole anche gente che la macini d’avvero quella maledetta fascia. Che esuli da calcoli prettamente finanziari e, possibilmente, la butti anche dentro. Non chiediamo tanto…

Giulio Benatti
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Giulio Benatti