Zalewski a due facce: leader con la Polonia, capro espiatorio con la Roma. Le ragioni di questa trasformazione

Nicola Zalewski sempre più leader con la Polonia e capro espiatorio con la Roma: due facce della stessa medaglia con esiti diversi.

Andrea Desideri -
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Zalewski ha fatto la differenza con la Polonia (RomaForever.it)

Nicola Zalewski, croce e delizia. Il centrocampista offensivo, in grado di giocare anche da esterno alto, sta vivendo un periodo particolare. Definire la sua parabola altalenante è usare un eufemismo. Determinate con la Roma nel periodo di Mourinho, subito dopo si è eclissato. In giallorosso le cose non sono andate come avrebbero dovuto, contro il Bayer Leverkusen, in Europa League, la sua partita peggiore: De Rossi ha dovuto cambiare ruolo con El Shaarawy facendo spostare il Faraone, perchè il polacco da quella parte di campo stava facendo fatica.

Molta, troppa fatica per un professionista che ambisce a far bene in Italia ed Europa. Zalewski è un ottimo giocatore: le qualità tecniche non si discutono. I problemi sono altri, capire quali è compito della Roma. In Polonia le caratteristiche cambiano totalmente: il calciatore è lo stesso, ma si modifica l’atteggiamento in campo.

Zalewski, la doppia natura del polacco

In Nazionale sembra essere un leader: sempre pronto a far gol e procurarne. Anche i colleghi lo esaltano: “Giocatore pronto e con un coraggio fuori dal comune”. Parole che arrivano fino a Roma e la piazza comincia a farsi qualche domanda. Il motivo di questo sdoppiamento ancora non è chiaro, o forse è fin troppo lapalissiano: il giocatore, all’ombra del Colosseo, gioca con una pressione addosso senza precedenti.

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Il polacco cerca riscatto con la Roma (RomaForever.it)

Non significa che l’ambiente romano è nocivo, come qualcuno ha spesso ipotizzato, vuol dire che a parte i tifosi – che gli hanno regalato qualche fischio di troppo a fronte di prestazioni spesso non all’altezza – il problema è interno. De Rossi gli sta dando fiducia, ma il calciatore – per tanti motivi – non sembra essere tranquillo.

A fari spenti con la Roma, leader in Polonia

Magari la sosta con la Polonia gli ha fatto capire che la stessa intensità e abnegazione può ritrovarla anche in giallorosso. Capitano momenti oscuri, quando tutto sembra andare male: DDR lo ha capito e per questo non lo lascia ai margini di un progetto in evoluzione. Sembrava destinato a partire, invece è rimasto, Zalewski, e trova anche  spazio tra i titolari.

La concorrenza, da quelle parti, però è serrata. Il polacco dovrà invertire la rotta nella Capitale: la Roma lo aspetta, ma non troppo. Alla fine l’unico giudice resta il campo: il giovane polacco è artefice del proprio destino, consapevole che tra stati d’animo e paure il miglior alleato – con tutto quel che implica – resta sempre il pallone.