Le sirene arabe sembravano portare definitivamente lontano da Roma e dal progetto giallorosso Paulo Dybala. Poi il dietrofront improvviso che ha riacceso l’entusiasmo di tutti coloro che ancora pensano che il calcio non sia soltanto una questione di soldi. Beati loro. Quindi, il “quasi” figliol prodigo sembrava in procinto di celebrare il suo gran rifiuto subito dopo, all’Olimpico, in uno stadio gremito, per la partita che frapponeva i capitolini all’Empoli. A Cagliari era tra le riserve salvo poi entrare in ultimo per accendere la luce. Contro i toscani partiva invece subito. Ma non funzionò. Poi la nuova panchina all’Allianz Stadium contro la Juventus. Insomma, ma che si fa con Dybala?
Anche insieme a Lionel Scaloni le cose non sono andate troppo diversamente. Però almeno sulle sue spalle, a differenza di Roma, aveva un dieci molto pesante. Quello di Messi. Dieci minuti in campo con la sua Selección e il gol del 3-0 di deviazione col Cile possono però cambiare ogni cosa. Dopotutto non segnava da oltre due anni e martedì, con la Colombia, avrà l’opportunità di rinfrescare le statistiche. Glielo auguriamo. Come gli auguriamo di tornare nella Capitale senza la negatività accumulata nelle prime tre giornate di campionato, dov’è parso più ai margini che al centro del villaggio. Ahinoi…
De Rossi ha reinventato la funzione di Dybala nel progetto-Roma
De Rossi dev’essere bravo a ridare alla Roma il suo fantasista, anche se probabilmente dovrà fargli accettare suo malgrado una nuova funzione nel sistema di squadra. I due subentri su tre sono un segnale. Insomma, da centro di gravità permanente ad una situazione mutata in base alle nuove esigenze societarie il passo è breve. Dall’estate la Roma difatti punta sul collettivo e i singoli sono solo parte di un ingranaggio più complesso. L’estro è al servizio di un sistema più organizzato da un punto di vista offensivo e non c’è più spazio per l’improvvisazione. Le due panchine di Dybala su tre gare in campionato lo dicono chiaramente. Anche se il minutaggio della Joya va sempre centellato.
Ma Dybala non è a fine carriera. È un calciatore di 31 anni (a novembre) pienamente in età per giocare a questi livelli. Certo, è chiaro a tutti vada gestito a livello fisico ma anche a livello tattico, dato che è difficilmente collocabile sul campo. Con José Mourinho questo aspetto non era un problema, ma con De Rossi sì. Cambiare dunque il sistema di gioco per lui? Difficile. Non si può cestinare tutto ciò per cui si è lavorato in estate al fine di lasciare a Dybala quella centralità che altrimenti potrebbe oscurare la sua stella. Va però ripensato, riconsiderato e magari c’è proprio da cavalcare l’entusiasmo generato dalle prove con l’Argentina. Dybala, forse, deve ritrovare sé stesso nel progetto della Roma…