La Serie A è ripartita a pieno ritmo e a tenere banco sono gli stipendi dei calciatori. In particolare modo quando c’è da tirare in ballo i contratti: pagamento dei salari e non solo. Questo e molto altro alla fine di ogni sessione di trasferimenti alberga nei dibattiti, fra tg, radio e giornali, per fare il punto sulle squadre di calcio.
Le cifre sono ben diverse da qualunque tipo di lavoratore normale. I comuni mortali non guadagnano stipendi a 6 zeri. O meglio non tutti, ma i luoghi comuni sugli elevati guadagni dei calciatori non agevolano la completezza di un dibattito che resta comunque molto complesso e in parte ostico. I calciatori, nello specifico, sono dei lavoratori subordinati che possono essere sottoscritti alla AIC. Associazione Italiana Calciatori. L’ente che ne tutela l’immagine e la figura di “impiegato sportivo” se vogliamo usare questo termine.
Formalmente hanno un contratto determinato da AIC e leghe professionistiche, quindi Serie A, Serie B, Serie C e Serie A Femminile. Da quando il calcio femminile in Italia ha raggiunto il professionismo la Serie A delle donne ha raggiunto lo status di lega professionistica a tutti gli effetti. Tornando alla divisione degli stipendi: il salario di un calciatore viene emesso in 12 mensilità, lo stesso vale per le calciatrici. Possono essere pagati o a fine mese, oppure a metà del mese successivo. In Inghilterra si procede, invece, con i pagamenti settimanali.
Questa è una scelta delle singole Federazioni. I bonifici bancari, nello specifico, partono da un conto dedicato che le società hanno esclusivamente per il rilascio degli ingaggi. Tutto sotto controllo del Covisoc che monitora senza sosta pagamenti e scadenze. I calciatori, andando oltre, hanno anche il TFR (quello che per i lavoratori comuni sarebbe il trattamento di fine rapporto) definito Fondo di Fine Carriera che si basa su un massimale di 120.000 euro.
Poco più di 9000 euro lordi l’anno. Ci sono dunque anche contributi su un massimale di 120.000 euro che ammontano, però, circa al 33% delle entrate. Tutto questo resta anche se il giocatore cambia squadra a campionato in corso tramite l’incentivo all’esodo che presuppone la presa in carico di determinati oneri anche dal club subentrante.
Esistono, poi, le parti variabili del contratto: i premi che vengono pagati al lordo o nella mensilità in cui maturano, oppure viene pagato tutto nell’ultima mensilità della stagione. Per questo, nella maggior parte dei casi, la mensilità di giugno è più alta delle altre. In linea generale metà delle squadre paga ogni mese, mentre altre soltanto in prossimità delle scadenze.
Sono dei modus operandi soggettivi che variano in base a disponibilità e organizzazione delle singole società. I controlli delle società vengono divisi a seconda della Lega di appartenenza: la Serie A viene controllata, fiscalmente, in 4 trimestri. B e C invece possono contare su 5 periodi. Se non vengono rispettati questi parametri si rischiano sanzioni a livello sportivo (penalizzazioni e retrocessioni) o economico.