Simone Beccaccioli è un collaboratore tecnico dello staff di Daniele De Rossi, ritornato a Roma dopo anni tra Cagliari e Napoli. Ma in cuor suo sapeva sarebbe ritornato se alla guida della squadra fosse arrivato De Rossi, suo caro amico da circa 30 anni. A Trigoria 9 stagioni, dal primo Ranieri (2010-2011) fino al 2019 prima di lasciare temporaneamente la capitale. Ma con De Rossi era sicuro sarebbe tornato, dato che i due sono della stessa classe e hanno condiviso insieme un periodo nel settore giovanile giallorosso. “Da tanti anni parlo con Daniele sul fatto che avremmo lavorato insieme. Me lo diceva già nel 2014, dieci anni fa: aveva già le idee chiarissime su quello che voleva fare” rivela il collaboratore.
Interessante il profilo che Beccaccioli traccia di De Rossi. Un allenatore che sembra più un manager di stampo anglosassone, cioè una figura che si allontana dall’immagine tradizionalmente italiana del ruolo. “A volte si abusa del termine manager all’inglese, ma in questo caso può starci per far capire il senso, per come Daniele sia davvero attento a qualsiasi dettaglio”. Un bel ritratto. Del tecnico Beccaccioli ama il suo approccio, le sue idee, l’aver sotto controllo tutto. Oltre al fatto di saper ascoltare i componenti dello staff tecnico e di non pensare solo ed esclusivamente alla tattica ma anche ad altri aspetti non meno importanti come al rapporto stesso con giocatori e collaboratori.
Beccaccioli ha lavorato con tanti professionisti: Ranieri, Montella, Luis Enrique, Zeman, Andreazzoli, Garcia tutti alla Roma ma con altri anche altrove. Come Di Francesco a Cagliari, Spalletti e Garcia a Napoli. Oltre al Mondiale 2026 come assistenti di Lippi. Ma prima di tornare nel posto dov’era stato bene la grande esperienza alle pendici del Vesuvio, al Napoli, insieme a Luciano Spalletti, rimastagli dentro perché ha fatto rivivere alla città la gioia del tricolore dopo oltre un trentennio dall’epopea maradoniana. “A Napoli – racconta – ho vissuto qualcosa di eccezionale, grazie a Spalletti che mi ha voluto lì. Uno scudetto vinto in quella maniera… Poi quando si è aperta la possibilità di tornare a Trigoria non ci ho pensato nemmeno un secondo”.
Ma che fa esattamente con De Rossi Beccaccioli? Rispetto a prima quando era un un match analyst lavora più sul campo. Anche se i due ruoli sono pressoché quasi sovrapponibili. Il passaggio dal video al campo è consequenziale e la parte delle immagini è diventata fondamentale per dare ai calciatori tutti gli strumenti per conoscere quello che devono fare: oltre alle info sugli avversari. “Lavori con l’allenatore, lo staff, il direttore sportivo. Per dire, benché lavorassi come match analyst, a Sabatini e allo scouting dedicavo il maggior numero ore di lavoro della mia giornata” conclude il collaboratore.