Roberto Pruzzo, ex bomber della Roma degli anni Ottanta, ha fatto una precisa analisi su Paulo Dybala e su Artem Dovbyk. In radio, infatti, ha parlato di cosa è accaduto contro la Juventus e di quanto sia stato spiacevole vedere la Joya in panchina per un largo tratto di gara.
Paulo Dybala è rimasto alla Roma per la gioia dei tanti tifosi della Magica. La Joya, infatti, ha preso la decisione di restare nella Capitale e di dire no alla ricchissima offerta giunta dall’Arabia Saudita. Dybala, inoltre, è stato convocato dalla nazionale argentina per i prossimi due impegni ufficiali, dopo essere stato escluso dalla Copa America.
Dopo la sosta dovrà tornare a divertirsi in campo con la Roma, cercando di far tornare la squadra alla vittoria, dopo i soli 2 punti conquistati nelle prime 3 partite di campionato. Nello scorso turno, però è arrivato il buon pareggio a Torino sul campo della Juventus.
Artem Dovbyk, invece, è l’acquisto di punta della Roma di quest’anno. L’ucraino è arrivato a Roma dal Girona, dopo aver vinto la classifica dei marcatori della Liga lo scorso anno. Il bomber ucraino non è ancora andato a segno in questo inizio di stagione. La speranza è che possa subito sbloccarsi già dal prossimo impegno ufficiale della Roma contro il Genoa, in programma domenica 15 settembre alle 12.30.
Questa mattina a Radio Radio Mattino, Roberto Pruzzo si è soffermato ancora sulla partita pareggiata dalla Roma a Torino contro la Juventus di Thiago Motta.
L’ex bomber giallorosso ha apprezzato l’atteggiamento della squadra, ma ha espresso parole dure verso il trattamento riservato a Dybala. A Pruzzo, infatti, non è andata giù l’iniziale panchina della Joya. Inoltre, ha analizzato il momento difficile dell’ucraino Artem Dovbyk, spiegando che cosa dovrà imparare presto a fare per essere finalmente decisivo per la squadra.
Queste le parole di Pruzzo sui due calciatori giallorossi: “Lasciare Dybala per 60 minuti in panchina contro la Juventus è stato davvero brutto. Avere la capacità di giocare l’uno contro uno sulle fasce mette nelle condizioni Dovbyk di giocare in modo diverso e sicuramente meglio. Bisogna che anche lui capisca che dovrà giocare spalle alla porta per consentire alla squadra di respirare. Ci vuole tempo, ma non troppo“.