La luna di miele fra Paulo Dybala e la Roma, durata un biennio, è ormai giunta al termine, l’argentino proprio in queste ore sta svuotando l’armadietto per non fare più ritorno a Trigoria, lasciando il popolo romanista in uno stato di profonda costernazione: un epilogo inaspettato che forse uno che conosce bene l’ambiente, Francesco Totti, in parte se lo era immaginato già da tempo. Ci sono infatti alcune dichiarazione da parte dell’ex capitano della Roma che, dette in tempi non sospetti, alla luce dei recenti sviluppi della vicenda, assumono nuova luce e forse anticipano quelle che poi si sono rivelate le mosse dalla società.
Il popolo giallorosso infatti non gradisce la presa di posizione del club e accusa Lina Soulouku e Florent Ghisolfi di aver favorito l’uscita del beniamino locale. Senza una nota ufficiale che prenda posizione sulla vicenda, l’accusa dei tifosi è quella di non aver fatto abbastanza per trattenere il giocatore simbolo della squadra, il più forte. L’impressione è che la Roma non l’abbia trattenuto per disfarsi di un ingaggio ingombrante, che per un giocatore di oltre 30 anni era ritenuto eccessivo se rapportato con la nuova politica perseguita dal club. Così ecco le polemiche e l’insoddisfazioni di parte del tifo organizzato, che già da domenica minaccia contestazione in occasione della prima all’Olimpico.
A marzo Totti aveva chiesto alla Roma una riflessione su Dybala…
Che comunque la faccenda, come la definisce qualcuno, sia “un volgare fatto di quattrini” è abbastanza lapalissiano. Ciò che non torna è il perché la Roma abbia deciso proprio in questo momento di disfarsi del suo giocatore più prezioso. Della sua Joya. Interessanti, a tal riguardo, alcune dichiarazioni di Totti fatte alcuni mesi fa durante il lancio del progetto Betsson.spost, di cui Er Pupone è brand ambassador. In quell’occasione il fuoriclasse aveva espresso riserve su Dybala. Parole che probabilmente sono state soppesate accuratamente in quel di Trigoria, facendo nascere in quel preciso momento l’idea di poter fare a meno del funambolo sudamericano.
Corrava il mese di marzo, e mentre Dybala lasciava orfana la Roma accusando l’ennesima lesione, Totti diceva: “Stiamo parlando di un giocatore top ma dipende che vuole fare la società e che obiettivi ha. Se un giocatore ti fa 15 partite all’anno, io che sono un dirigente ci penserei”. Parole dure e chiare quelle della leggenda romanista, il cui pensiero ha sempre avuto un peso specifico negli ambienti giallorossi, seppur lui non ricopra da tempo incarichi operativi nel club. “Se ho un obiettivo importante da raggiungere – rincarò Totti in quell’occasione – e uno dei giocatori più importanti mi gioca un terzo delle partite, una riflessione la faccio”. E quella riflessione, a distanza di mesi, qualcuno l’ha fatta…