Sono passati due anni da quella notte al Colosseo quadrato, quando Paulo Dybala, appena sbarcato nella Capitale, era diventato l’idolo della folla.
Il suo volto da bambino strideva con quel campione argentino che valeva milioni di euro: si sedette sulle scalinate, con gli occhi increduli di chi probabilmente, a quasi 30 anni e una carriera da fuoriclasse, tutta quella passione non l’aveva ancora mai vista.
Il popolo giallorosso con l’arrivo di Dybala è tornato a sognare, i bambini sono tornati ad avere un idolo, quando si andava a comprare la maglia della Roma non si avevano più dubbi su quale nome farci stampare sopra.
Roma aveva di nuovo il suo Re.
E no, lo sappiamo.. Nessuno potrà mai essere neanche lontanamente paragonabile a quel vuoto lasciato il 28 maggio 2017 ma, come chi perde la sua amata moglie, anche noi dovremmo pur rifarci una vita?!
E non ce ne voglia nessuno, ma Dybala in un certo senso ci aveva fatto credere di nuovo nell’amore.
Il gol al volo contro l’Inter a Milano, quello al Feyenoord all’ultimo minuto e quello al Milan che ci portò in semifinale di Europa League. I 30 gol, i colpi di tacco, i no-look, gli ultimi minuti a guadagnare tempo vicino alla bandierina del calcio d’angolo, le lacrime di Budapest. Tutto questo era l’amore che abbiamo dato e che ci è tornato indietro in questi due anni.
“Forse ero romano in un’altra vita”, disse Dybala in un’intervista e lo ha dimostrato quando ha dato alla Roma tutta la sua innocenza, come un bambino che si stupisce ancora del mondo che lo circonda.
E noi a Paulo abbiamo anche perdonato il suo passato alla Juventus, quelle sette stagioni con la maglia bianconera sono svanite in un attimo: gli è bastato scendere in campo ed emozionarsi sotto la Sud, piangere inconsolabilmente quando la Roma perse la finale di Europa League, mostrare il parastinchi a Guendouzi, durante il derby, come il primo degli ultrà.
E ora dopo queste due annate in cui ci siamo innamorati, noi di Dybala e lui della Roma, volete dirci che sono i soldi a portare via tutto?
Da domani dovremo dire ai nostri figli che la ‘maschera’ di Dybala la faranno altri bambini, che non devono affezionarsi troppo e che forse l’amore vero non esiste più.